FIANO ROMANO

Il fascismo terminò la sua parabola storica la notte tra il 24 e il 25 luglio del '43 quando, in una riunione tesissima, il gran consiglio ritirò la fiducia a Mussolini. Quel che avvenne dopo, in particolare l'esperienza della Repubblica Sociale, non fu altro che un tentativo raffazzonato, seppur sorretto in alcuni casi da sincere e rispettabili convinzioni, di riproporre quel che ormai non sarebbe più stato. Quindi sono passati da allora circa 74 anni. E nonostante questo ci sono tuttora più antifascisti nel nostro Paese che anticomunisti in Russia, nonostante la caduta del muro sia molto più recente. Il motivo di tale paradosso è presto detto. Fermo restando che affrontare un nemico inesistente rende leone qualunque coniglio, agitare il fantasma fascista è stato, ed è ancora, un modo assai efficace per ottenere prebende e favori. E poi diciamolo: il "pericolo fascista" è una tra le armi di distrazione di massa più efficaci da usare alla bisogna. Quando, ad esempio, si vuole distogliere l'attenzione delle persone da altre situazioni un po' più gravi e, soprattutto, attuali. Poi certo: se a questo fenomeno accostiamo le leggi approvate negli ultimi tempi dal nostro parlamento, definite giustamente "ideologiche" da Marcello Veneziani in un mirabile pezzo su Il Tempo, il cerchio, diciamo così, si chiude. Che poi io le definirei come leggi "negazioniste" per eccellenza in quanto, per l'appunto, negano realtà evidenti e palesi parlando di fatti non dico marginali ma quasi. E così ecco che vengono snocciolati provvedimenti tipo lo "ius soli" , la legge contro la tortura, il femminicidio e la norma contro l'omofobia. Ovvero un modo legalizzato di dilatare un microcosmo sociale portandolo alla stregua di una dimensione maggioritaria e imprescindibile. D'altronde non si capirebbe altrimenti com'è possibile legiferare sui temi sopra menzionati sapendo che il concetto di cittadinanza deve essere sostanziato non solamente dall'istante presente ma anche da un vissuto generazionale; che poi le ondate migratorie attuali consiglino di meditare molto attentamente sull'opportunità di dare la cittadinanza senza alcun "do ut des" di sorta è un motivo ulteriore per rendersi conto del potenziale esiziale insito nello "ius soli" . Ed ancora: non ci si capacita di alcune campagne d'informazione quando gli uomini che muoiono per omicidio sono di gran lunga superiori rispetto alle donne e, per finire, che senso ha sproloquiare sull'egualitarismo - già di per se termine orrendo - se poi qualcuno è più uguale degli altri? Per giunta in un momento in cui la famiglia tradizionale è sotto un molteplice attacco: sociale, fiscale, antropologico, ecc? Per non parlare poi dell'islamofobia: un tentativo astuto e ingannevole di soverchiare la realtà. Dicono sia un modo per tutelare le minoranza. Ma, a parte il fatto che anche le maggioranze avrebbero il diritto di dir la loro, ecco: a parte questo, qui l'unica minoranza, per dirla come Ayn Rand, a dover essere tutelata, che poi è la più piccola tra tutte le minoranze, è l'individuo. Ed invece la sua soggettività viene diluita in tanti piccoli arcipelaghi ignari dell'immensità degli oceani che li circondano.

di Luca Proietti Scorsoni

Commenti

  1. ti vanti di essere ebreo dopo aver tradito Dio per antonomasia.Meschino

    RispondiElimina

Posta un commento