L'imposizione e il dispetto

Foa vittima della baruffa tra il Cavaliere e il Barbaro
Salvini ha dimostrato in questi mesi di essere un decisionista, assumendosi spesso responsabilità di scelte difficili e sicuramente non condivise dagli alleati di centrodestra.
Salvini si sta mostrando come leader animato da uno spirito dirompente e prepotente, ma non riesce ad incarnare la figura del federatore del centrodestra. I limiti del leader leghista sono noti, spera in cuor suo di spazzare via tutto e tutti i partner dell'alleanza del 4 Marzo, tentando annessioni e confluenze. Il Ministro dell'Interno deve fare i conti con l'identità radicata della Destra Italiana, rappresentata da Giorgia Meloni che si pone come oppositrice dell'esecutivo, mostrando responsabilità e convergenza d'intenti in alcune circostanze. 
Lo scontro che infuoca la vecchia coalizione, vede la contrapposizione tra il leader passato e quello che prova a spodestarlo definitivamente, più semplicemente il duello tra il Cavaliere e il Barbaro, utilizzando dei termini romantici e rappresentativi dei due personaggi.
Purtroppo nei due non sussiste nulla di romantico, ma una feroce disputa che continua giorno per giorno.
Salvini ha il limite di imporre suoi uomini dopo aver ceduto a Berlusconi ruoli chiave in Rai e in commissioni parlamentari. Salvini ha inesperienza rispetto al navigato Berlusconi, che vorrebbe concordare il nome o il ruolo prima di nominare qualcuno o qualcosa nei luoghi in cui Forza Italia ancora ha un peso politico.
Matteo cerca di impersonare l'IMPOSIZIONE del leader, mentre Berlusconi è ridotto a rappresentare il DISPETTO del vecchio che frena il nuovo, se pur mediocre.
Vittima della loro baruffa è stato il "povero" giornalista de Il Giornale, Marcello Foa, che pare debba rinunciare al ruolo apicale in RAI.
Siamo costretti ad aver un leader che è capo di una parte se pur maggioritaria, ma sempre una parte, e un Cavaliere discolo, che continua a fare il burattinaio benché il consenso diminuisce giorno dopo giorno.

Redazione 

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