Clamoroso gesto del ministro degli Esteri durante l'informativa alla Camera: "Io contrario a farli tornare a Delhi"
Ci mancava la pagliacciata finale. Non perchè la assurda vicenda dei marò sia conclusa: loro sono ancora là in India, in attesa che un tribunale speciale li processi per l'uccisione dei due pescatori. Il "finale" è quello della permanenza a Palazzo Chigi del ministro degli Esteri Giulio Terzi di Santagata, che oggi, nel corso dell'informativa a Montecitorio sulla vicenda e in particolare sul ritorno dei due fucilieri in India, si è dimesso dalla sua carica. Bravo, bene, era ora. Poi, però, ecco il colpo di scena. Perchè Terzi ha spiegato di dimettersi a tutela della sua "onorabilità". Un gesto che ha motivato con la sua contrarietà alla decisione di far rientrare i marò in India e "a salvaguardia della onorabilità del nostro Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana. Mi dimetto - ha aggiunto di fronte a un'aula sempre più sbigottita - perchè solidale in modo completo con i nostri marò e con le loro famiglie". E ancora: "Ho atteso fino a oggi per dimettermi perchè volevo venire qui in Parlamento come sede della sovranità".
Quindi, contrariamente alle ricostruzione apparse sui media nei giorni scorsi, la Farnesina ha tutt'altro che deciso da sola. E allora, vien da chiedersi, chi ha deciso di rimandare in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone? L'unico che ne abbia la facoltà è, a rigor di logica, il presidente del Consiglio, Mario Monti. Che oggi, a Montecitoprio, non c'era. Possibile che non sapesse dell'intenzione del suo ministro degli Esteri di dimettersi e delle motivazioni che avrebbe addotto? E che non si sia reso conto della necessità di una sua presenza in aula? Cosa che, ovviamente e saggiamente, ha richiesto in aula l'ex titolare del dicastero, Ignazio La Russa, dopo che il capogruppo del Pdl Renato Brunetta aveva espresso la volontà di interrompere la seduta. Cosa dirà, a questo punto, Monti (al quale Giorgia Meloni ha chiesto di dimettersi da senatore a vita), che oggi pomeriggio è tra l'altro atteso da Bersani per le consultazioni sulla formazione del nuovo governo? Il premier dovrebbe riferire sulla vicenda domani. Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, per parte sua ha spiegato che "la posizione del governo non è quella del ministro Terzi" e ha poi aggiunto: "Potrei dimettermi, ma non abbandono la nave con su i marò". Una cosa è certa: da oggi i due fucilieri di marina italiani sono, se possibile, ancora un po' più soli. Ma, come si dice, meglio soli che male accompagnati. La vergogna non ha fine.
da Libero
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