Dopo che è stato ordinato all’FMI di abbandonare il paese, la nazione adesso stampa moneta senza debito
L’Ungheria sta facendo la storia.
Mai più dagli anni ’30 con il caso della Germania un
paese europeo aveva osato sfuggire alle grinfie dei cartelli bancari
internazionali controllati dai Rothschilds. Questa è una notizia
stupenda che dovrebbe incoraggiare i patrioti nazionalisti del mondo
intero ad intensificare la lotta per la libertà dalla dittatura
finanziaria. Già nel 2011 il primo ministro ungherese, Viktor Orbán promise
di ristabilire la giustizia sui predecessori socialisti che avevano
venduto il popolo della nazione alla schiavità di un debito infinito con
i vincoli del FMI (IMF)
e lo stato terrorista d’Israele. Queste amministrazioni precedenti
erano infiltrate da israeliani nelle alte cariche, in mezzo al furore
delle masse che alla fine, in reazione, hanno votato il partito Fidesz di Orban.
Secondo una relazione sui siti germanofoni del
“National Journal”, Orbán si è accinto a scalzare gli usurai dal trono.
Il popolare e nazionalista primo ministro ha detto all’FMI che
l’Ungheria non vuole né richiede “assistenza” ulteriore dal delegato
della Federal Reserve di proprietà dei Rothschild. Gli ungheresi non
saranno più costretti a pagare esosi interessi a banche centrali private
e irresponsabili.
Anzi, il governo ungherese ha assunto la sovranità
sulla sua moneta e adesso emana moneta senza debito e tanta quanto ne ha
bisogno. I risultati sono stati nientemeno che eccezionali. L’economia
nazionale, che vacillava per via di un pesante debito, ha ricuperato
rapidamente e con strumenti inediti dalla Germania nazionalsocialista.
Il ministro per l’Economia ungherese ha annunciato
che grazie a “una politica di bilancio disciplinato” ha ripagato il 12
agosto 2013 il saldo dei 2,2 bilioni di debito all’FMI, prima della
scadenza ufficiale del marzo 2014. Orbàn ha dichiarato: “L’Ungheria gode
della fiducia degli investitori” che non vuol dire né l’FMI né la Fed o
altri tentacoli dell’impero finanziario dei Rothschild. Piuttosto si
riferiva agli investitori che producono in Ungheria per gli ungheresi,
creando crescita economica vera, e non già la “crescita di carta” dei
pirati plutocratici, bensì quel tipo di produzione che assume realmente
le persone e ne migliora la vita.
Con l’Ungheria libera dalla gabbia della servitù agli
schiavisti del debito non c’è da meravigliarsi che il presidente della
banca centrale ungherese gestita dal governo per il bene pubblico e non
per l’arricchimento privato abbia chiesto all’FMI di chiudere i battenti
da uno dei paesi più antichi d’Europa. Inoltre, il procuratore
generale, ripetendo le gesta dell’Islanda, ha accusato i tre precedenti
primi ministri del debito criminale in cui hanno precipitato la nazione.
L’unico passo che rimane da fare per distruggere completamente il
potere dei bancksters in Ungheria, è di attuare un sistema di baratto
per lo scambio con l’estero come esisteva in Germania con i nazional
socialisti e come esiste oggi in Brasile, Russia, India, Cina e
Sudafrica, i cosiddetti BRICS,
una coalizione economica internazionale. E se gli USA seguissero la
guida dell’Ungheria, gli americani potrebbero liberarsi dalla tirannia
degli usurai e sperare in un ritorno a una pacifica prosperità.
Ronald L. Ray, autore freelance che risiede nel
libero stato del Kansas, discendente di vari patriotti della Guerra
americana di indipendenza.
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