BOBBY SANDS 05/05/1981 – 05/05/2010

Sicuramente ai più la data del 5 maggio ricorda la morte di Napoleone, figura preponderante e decisiva della rivoluzione francese e forse non è strano che in quello stesso giorno, ma 160 anni dopo, un altro eroe abbia perso la vita: Bobby Sands.
Questo nome risulterà sconosciuto ai più giovani, ma nel suo nome e nei suoi ideali di libertà si riconoscono milioni di persone, Bobby Sands si sacrificò in nome dei suoi compagni, del suo popolo, della sua nazione spegnendosi dopo 66 giorni di sciopero della fame.
Ma cosa spinse un giovane di Abbots Cross a questo sacrificio?
La svolta nella vita di Bobby, è sicuramente rappresentata dalla sua adesione nel 1972 all’IRA (organizzazione paramilitare che si batte per la fine della presenza britannica in Irlanda del Nord e la riunificazione con l’Eire) e dalla militanza nel primo battaglione della Brigata Belfast.
Nello stesso anno, nell’apice della rivolta, Sands fu arrestato e rinchiuso in carcere per più di quattro anni senza nemmeno un regolare processo; successivamente nel 1976 a nemmeno un anno dall’uscita dal carcere fu arrestato nuovamente e sottoposto a processo, nonostante il crollo di tutte le accuse fu comunque condannato insieme ad altre quattro persone a quattordici anni di carcere per possesso di arma da fuoco, condanna che non gli permise, come del resto a nessun irlandese in quel periodo, di acquisire lo status di prigioniero politico.
Nel momento in cui venne rinchiuso insieme ai compagni in carcere, cessa di esistere l’uomo e nasce l’eroe che con i suoi scritti (che escono dal carcere su pezzi di carta igienica), le sue proteste simboliche come la blanket protest ("protesta delle coperte") o la dirty protest ("protesta dello sporco" ) inizia a ritagliarsi il suo posto nella storia mostrando al mondo la condizione dei detenuti irlandesi in Gran Bretagna.
Prima di morire al giorno sessantasei del suo sciopero della fame iniziato il primo marzo del 1981, verrà eletto membro del parlamento britannico e poi deposto con il Representation of the People Act, che proibiva ai carcerati di presentarsi alle elezioni.
Al suo funerale parteciparono decine di migliaia di persone, Bobby era ormai diventato il simbolo della lotta irlandese, e forse è anche grazie al suo sacrificio che si arriverà nel 1998 all’Accordo del Venerdì Santo: uno dei passi più importanti verso la pacificazione tra inglesi e irlandesi.
Il segno più evidente, più significativo, della rivoluzione di Sands è sicuramente la non violenza della sua protesta, una protesta “combattuta con la penna e con la fame”:
"Ero soltanto un ragazzo della working class proveniente da un ghetto nazionalista, ma è la repressione che crea lo spirito rivoluzionario della libertà. Io non mi fermerò fino a quando non realizzerò la liberazione del mio paese, fino a che l'Irlanda non diventerà una, sovrana, indipendente, repubblica socialista.".
Il messaggio di Bobby ha attraversato e scosso tutto il mondo, il suo grido di libertà ,in un giorno, partendo da quella prigione invase Parigi, Milano, Gand, Hong Kong, Nuova Delhi, Mosca, New York e addirittura Teheran dove gli studenti rivoluzionari cambiarono il nome della via dell’ambasciata inglese da via Winston Churchill via Bobby Sands, nome che resiste ancora oggi nonostante le reiterate proteste britanniche.
Ricordiamo, dunque, questo eroe contemporaneo il cui sacrificio ha determinato un passo fondamentale nel processo di democratizzazione e pacificazione dell’Europa:

Tiocfaidh ár lá - Il nostro giorno verrà

Per chi fosse interessato c’è anche un film su Bobby Sands: Hunger di Steve McQueen.

Marco Saggio

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