La “Comunità Solidarista POPOLI” opera da anni al fianco dei karen nella jungla birmana, portando aiuti a quanti, per sottrarsi alla barbarie della dittatura militare, hanno deciso di asserragliarsi al confine con la Thailandia per vivere nel rispetto della propria cultura, della propria tradizione e dei valori che li contraddistinguono.
Con i propri ospedali da campo mobili i volontari di POPOLI soccorrono le popolazioni dei villaggi disseminanti nella fitta ed intricata foresta asiatica, vivendo al fianco dei soldati dell’esercito karen che combattono strenuamente a difesa della propria gente.
Grazie a questo manipolo di temerari, che sfidano senza timore le bombe e gli assalti nemici, in questi anni la comunità ha portato senza interruzioni medicinali, viveri, sementi, attrezzi agricoli, vaccini, prodotti per l’istruzione dei più piccoli…
Sotto la costante minaccia degli attacchi dell’esercito birmano, i volontari della comunità e i tanti uomini e donne che hanno deciso di imbracciare le armi a difesa della propria libertà, non si piegano né alle logiche di profitto delle multinazionali interessate all’area contesa né alla violenza del regime.
Con il vostro aiuto questa guerra può essere vinta. Con il vostro aiuto i karen possono finalmente trovare la libertà.
Ora e per sempre con il popolo karen!
Dal sito WWW.COMUNITAPOPOLI.ORG:
“I Karen, una delle principali etnie che compongono il mosaico birmano (circa sei milioni su una popolazione di 44 milioni di abitanti), lottano dal 1949 contro il governo centrale di Rangoon per ottenere l'indipendenza e preservare la loro identità.
Originari delle steppe della Mongolia e degli altipiani del Tibet, i Karen arrivano nei territori che oggi costituiscono la Birmania dopo una lunga migrazione durata duemila anni. Nella loro discesa a sud scoprono i grandi fiumi Irrawaddy e Salween che si insinuano attraverso gli ultimi contrafforti della catena himalayana. Primi abitanti delle vaste pianure situate all'estuario di questi fiumi, vi si insediano nel 730 Avanti Cristo vivendo in pace per due secoli, fino all'arrivo dei Birmani che invadono le terre dei Karen costringendoli a rifugiarsi sulle montagne al confine con il Siam (l'odierna Thailandia).
Inizia lo scontro tra i due popoli. Le pianure conquistate dai Birmani sono fertili, le montagne dei Karen non offrono molte risorse. La frattura si fa via via più profonda nei secoli a seguire. Durante il periodo coloniale britannico avviene la cristianizzazione di una parte della popolazione Karen per opera di missionari battisti. L'eredità dell'evangelizzazione si evidenzia in un 30% di Karen tutt'ora fedeli al Cristianesimo.
Quando nel 1947 l'Inghilterra lascia la Birmania, il primo responsabile politico del nuovo paese, il Generale Aung San, propone una costituzione che prevede entro i dieci anni successivi il diritto di ogni gruppo etnico a separarsi dall'Unione e di ottenere piena indipendenza. Il disegno non viene realizzato, perché Aung San viene assassinato durante un colpo di stato che porta al governo una giunta militare che ben presto provoca la reazione armata dei Karen e delle altre etnie.
Da allora, i popoli delle montagne hanno combattuto senza sosta per l'indipendenza. I Karen hanno condotto la loro lotta rinunciando per ragioni etiche ai facili guadagni derivanti dal traffico di droga, a cui si oppongono con esemplare rigore.”
Con i propri ospedali da campo mobili i volontari di POPOLI soccorrono le popolazioni dei villaggi disseminanti nella fitta ed intricata foresta asiatica, vivendo al fianco dei soldati dell’esercito karen che combattono strenuamente a difesa della propria gente.
Grazie a questo manipolo di temerari, che sfidano senza timore le bombe e gli assalti nemici, in questi anni la comunità ha portato senza interruzioni medicinali, viveri, sementi, attrezzi agricoli, vaccini, prodotti per l’istruzione dei più piccoli…
Sotto la costante minaccia degli attacchi dell’esercito birmano, i volontari della comunità e i tanti uomini e donne che hanno deciso di imbracciare le armi a difesa della propria libertà, non si piegano né alle logiche di profitto delle multinazionali interessate all’area contesa né alla violenza del regime.
Con il vostro aiuto questa guerra può essere vinta. Con il vostro aiuto i karen possono finalmente trovare la libertà.
Ora e per sempre con il popolo karen!
Dal sito WWW.COMUNITAPOPOLI.ORG:
“I Karen, una delle principali etnie che compongono il mosaico birmano (circa sei milioni su una popolazione di 44 milioni di abitanti), lottano dal 1949 contro il governo centrale di Rangoon per ottenere l'indipendenza e preservare la loro identità.
Originari delle steppe della Mongolia e degli altipiani del Tibet, i Karen arrivano nei territori che oggi costituiscono la Birmania dopo una lunga migrazione durata duemila anni. Nella loro discesa a sud scoprono i grandi fiumi Irrawaddy e Salween che si insinuano attraverso gli ultimi contrafforti della catena himalayana. Primi abitanti delle vaste pianure situate all'estuario di questi fiumi, vi si insediano nel 730 Avanti Cristo vivendo in pace per due secoli, fino all'arrivo dei Birmani che invadono le terre dei Karen costringendoli a rifugiarsi sulle montagne al confine con il Siam (l'odierna Thailandia).
Inizia lo scontro tra i due popoli. Le pianure conquistate dai Birmani sono fertili, le montagne dei Karen non offrono molte risorse. La frattura si fa via via più profonda nei secoli a seguire. Durante il periodo coloniale britannico avviene la cristianizzazione di una parte della popolazione Karen per opera di missionari battisti. L'eredità dell'evangelizzazione si evidenzia in un 30% di Karen tutt'ora fedeli al Cristianesimo.
Quando nel 1947 l'Inghilterra lascia la Birmania, il primo responsabile politico del nuovo paese, il Generale Aung San, propone una costituzione che prevede entro i dieci anni successivi il diritto di ogni gruppo etnico a separarsi dall'Unione e di ottenere piena indipendenza. Il disegno non viene realizzato, perché Aung San viene assassinato durante un colpo di stato che porta al governo una giunta militare che ben presto provoca la reazione armata dei Karen e delle altre etnie.
Da allora, i popoli delle montagne hanno combattuto senza sosta per l'indipendenza. I Karen hanno condotto la loro lotta rinunciando per ragioni etiche ai facili guadagni derivanti dal traffico di droga, a cui si oppongono con esemplare rigore.”
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