“Idee a Confronto” con Daniele Saponaro

Castrum2016, “CONTRATTACCO – L’apologia dell’Ovvio”

Appuntamento fisso per il mondo giovanile della destra è l’iniziativa “Castrum”, che anche quest’anno si è svolta a Castellafiume, piccolo comune abruzzese, tra il 21 e il 24 Luglio grazie al lavoro svolto dalla comunità umana e politica dei NES. Per conoscere meglio cosa si sono detti i giovani in questi giorni di confronto e condivisione, chiameremo in causa uno degli artefici dell’organizzazione di tale campo giovanile di formazione e programmazione futura, Daniele Saponaro.

(Permettetemi prima di iniziare con le domande di scusarmi con la comunità del NES per non aver potuto raggiungere fisicamente Castellafiume per impegni personali improrogabili.)

In questi quattro giorni di politica, si è parlato di Europa, Famiglia, Amministrazione pubblica, il rapporto di giovani e imprese con tasse e burocrazia, sfida della formazione e referendum, secondo te quale degli argomenti affrontati ha coinvolto e interessato più la giovane platea?

Non per essere banale e retorico, ma sono convinto che tutti i dibattiti siano stati di grande interesse per i ragazzi partecipanti. Gli incontri sugli enti locali e sulla famiglia toccavano argomenti con i quali siamo stati spesso in contatto quest'anno, tra le elezioni amministrazioni in tutta Italia e le barricate contro la teoria gender. Poi chiaramente la differenza la fanno le storie personali: i più grandi, già alle prese con esperienze lavorative, si sono magari sentiti più coinvolti dal dibattito sulle tasse e la burocrazia che frenano l'imprenditoria giovanile. Mentre invece i più piccoli, curiosi di capire e comprendere bene la delicata situazione del Mediterraneo, sono rimasti forse più colpiti dall'incontro sull'Europa. Però non sono mai mancate le domande in conclusione ai relatori, specialmente quando si è parlato di comunicazione politica.

Dagli interventi della plenaria cosa è maggiormente emerso?

Esiste una generazione decisamente sicura di se, convinta di quello che fa e con un desiderio incredibile di essere informati e preparati su quello che li circonda. Solitamente tutti quei ragazzi che vanno più o meno dai 15 ai 20 anni stentano a parlare nell'assemblea plenaria, questa volta non solo l'hanno fatto ma si sono anche messi in gioco con una sicurezza invidiabile. Forse è stata la nota più bella di questi quattro giorni, la loro voglia di accettare le sfide che il futuro gli riserverà e la volontà di assumersi responsabilità ci permettono di guardare con grande ottimismo al futuro.

La Destra giovanile e NES si sentono oggi un po’ delle voci fuori dal coro del cieco moderatismo centrista, dell’appiattimento della sinistra e del morbo televisivo salviniano?

Non ne faccio né un discorso di destra giovanile, troppo generale, né un discorso di Nes, troppo specifico. Dietro Castrum ci sta il grande lavoro di un coordinamento che ormai da anni si muove insieme su tutto il territorio nazionale. Grazie al costante confronto e alla voglia di non fermarsi mai al semplice slogan ma di lanciare sempre una proposta politica, siamo arrivati per primi su temi importanti come il TTIP, l'ingiustificato assenteismo dell'Europa sulle guerre arabe, l'assurda pratica dell'utero in affitto e, caso più eclatante, l'abbattimento dei dazi doganali sull'esportazione in Italia dell'olio tunisino, li addirittura tutto il Paese se ne accorse sei mesi dopo. Per tutti questi motivi, e per il fatto che siamo gli unici ormai da dodici anni a portare oltre 200 ragazzi in un campo totalmente autofinanziato, ci sentiamo un po' una voce fuori dal coro.

A destra c’è la necessità di classi dirigenti rivolte al XXI secolo, sono pronti i giovani a raccogliere le sfide future?

Senza saperlo ho parzialmente risposto prima a questa domanda, parlando della sorpresa della partecipazione e della qualità degli interventi e del contributo dei ragazzi più piccoli. Loro sono pronti, ora sta a chi li cresce dargli tutti gli strumenti giusti per non farli rimanere solo delle promesse. Noi stiamo guardando verso questa strada, con corsi di formazione durante tutto l'anno e momenti di confronto come questi campi, estremamente propedeutici per quella che è poi l'azione politica fatta di blitz, volantinaggi e cortei. Il compito più grande di chi fa politica è quello di crescere e formare uomini e donne in grado di prendere in mano questa società, qualsiasi strada intraprendano: che siano politici, professionisti, artigiani, insegnanti o imprenditori. Perché è vero che c'è ancora del buono in questo mondo, ma ci vogliono persone preparate per conservarlo.

In questa fase politica europea, si assiste all’affermazione di Marine Le Pen, di Hofer, chi secondo i giovani può incarnare una figura simile in Italia?

Di nomi se ne possono fare tantissimi come nessuno. Il problema è che i tanti giovani impegnati in politica in giro per tutta l'Italia non riescono ad emergere, chiusi da chi ormai ricopre ruoli da 30 anni non comprendendo la fine di una stagione. Valorizziamo questi dirigenti, poi la selezione tra i migliori di loro sarà conseguente, su basi naturali della politica come idee e consenso. Giorgia Meloni ad oggi è senz'altro un punto di riferimento, tra i tanti decisamente la migliore. Ma da sola purtroppo non basta; la sfida ora, per quanto concerne la nostra metà campo, è quella di affiancarle giovani preparate per far decollare finalmente questo progetto.

Ringrazio Daniele Saponaro per essere stato disponibile a rispondere alle mie domande e per avermi invitato a Castrum.

Umberto Garbini

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