Castrum2016, “CONTRATTACCO – L’apologia dell’Ovvio”
(Permettetemi
prima di iniziare con le domande di scusarmi con la comunità del NES per non
aver potuto raggiungere fisicamente Castellafiume per impegni personali
improrogabili.)
In
questi quattro giorni di politica, si è parlato di Europa, Famiglia,
Amministrazione pubblica, il rapporto di giovani e imprese con tasse e
burocrazia, sfida della formazione e referendum, secondo te quale degli
argomenti affrontati ha coinvolto e interessato più la giovane platea?
Non per essere banale e
retorico, ma sono convinto che tutti i dibattiti siano stati di grande
interesse per i ragazzi partecipanti. Gli incontri sugli enti locali e sulla
famiglia toccavano argomenti con i quali siamo stati spesso in contatto
quest'anno, tra le elezioni amministrazioni in tutta Italia e le barricate
contro la teoria gender. Poi chiaramente la differenza la fanno le storie
personali: i più grandi, già alle prese con esperienze lavorative, si sono
magari sentiti più coinvolti dal dibattito sulle tasse e la burocrazia che
frenano l'imprenditoria giovanile. Mentre invece i più piccoli, curiosi di
capire e comprendere bene la delicata situazione del Mediterraneo, sono rimasti
forse più colpiti dall'incontro sull'Europa. Però non sono mai mancate le
domande in conclusione ai relatori, specialmente quando si è parlato di
comunicazione politica.
Dagli
interventi della plenaria cosa è maggiormente emerso?
Esiste una generazione
decisamente sicura di se, convinta di quello che fa e con un desiderio
incredibile di essere informati e preparati su quello che li circonda.
Solitamente tutti quei ragazzi che vanno più o meno dai 15 ai 20 anni stentano
a parlare nell'assemblea plenaria, questa volta non solo l'hanno fatto ma si
sono anche messi in gioco con una sicurezza invidiabile. Forse è stata la nota
più bella di questi quattro giorni, la loro voglia di accettare le sfide che il
futuro gli riserverà e la volontà di assumersi responsabilità ci permettono di
guardare con grande ottimismo al futuro.
La Destra
giovanile e NES si sentono oggi un po’ delle voci fuori dal coro del cieco moderatismo
centrista, dell’appiattimento della sinistra e del morbo televisivo salviniano?
Non ne faccio né un discorso
di destra giovanile, troppo generale, né un discorso di Nes, troppo specifico.
Dietro Castrum ci sta il grande lavoro di un coordinamento che ormai da anni si
muove insieme su tutto il territorio nazionale. Grazie al costante confronto e
alla voglia di non fermarsi mai al semplice slogan ma di lanciare sempre una
proposta politica, siamo arrivati per primi su temi importanti come il TTIP, l'ingiustificato
assenteismo dell'Europa sulle guerre arabe, l'assurda pratica dell'utero in
affitto e, caso più eclatante, l'abbattimento dei dazi doganali
sull'esportazione in Italia dell'olio tunisino, li addirittura tutto il Paese
se ne accorse sei mesi dopo. Per tutti questi motivi, e per il fatto che siamo
gli unici ormai da dodici anni a portare oltre 200 ragazzi in un campo
totalmente autofinanziato, ci sentiamo un po' una voce fuori dal coro.
A
destra c’è la necessità di classi dirigenti rivolte al XXI secolo, sono pronti
i giovani a raccogliere le sfide future?
Senza saperlo ho parzialmente
risposto prima a questa domanda, parlando della sorpresa della partecipazione e
della qualità degli interventi e del contributo dei ragazzi più piccoli. Loro
sono pronti, ora sta a chi li cresce dargli tutti gli strumenti giusti per non
farli rimanere solo delle promesse. Noi stiamo guardando verso questa strada,
con corsi di formazione durante tutto l'anno e momenti di confronto come questi
campi, estremamente propedeutici per quella che è poi l'azione politica fatta
di blitz, volantinaggi e cortei. Il compito più grande di chi fa politica è
quello di crescere e formare uomini e donne in grado di prendere in mano questa
società, qualsiasi strada intraprendano: che siano politici, professionisti,
artigiani, insegnanti o imprenditori. Perché è vero che c'è ancora del buono in
questo mondo, ma ci vogliono persone preparate per conservarlo.
In questa
fase politica europea, si assiste all’affermazione di Marine Le Pen, di Hofer, chi
secondo i giovani può incarnare una figura simile in Italia?
Di nomi se ne possono fare
tantissimi come nessuno. Il problema è che i tanti giovani impegnati in
politica in giro per tutta l'Italia non riescono ad emergere, chiusi da chi
ormai ricopre ruoli da 30 anni non comprendendo la fine di una stagione.
Valorizziamo questi dirigenti, poi la selezione tra i migliori di loro sarà
conseguente, su basi naturali della politica come idee e consenso. Giorgia
Meloni ad oggi è senz'altro un punto di riferimento, tra i tanti decisamente la
migliore. Ma da sola purtroppo non basta; la sfida ora, per quanto concerne la
nostra metà campo, è quella di affiancarle giovani preparate per far decollare
finalmente questo progetto.
Ringrazio Daniele Saponaro per essere stato disponibile a rispondere alle mie domande e per avermi invitato a Castrum.
Umberto Garbini
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