Diritti tv, assolto Berlusconi dopo otto anni di processo

Secondo i pm, gli acquisti di soap e fiction dagli Usa erano stati gonfiati per evadere il fisco. Ma per il gup "il fatto non sussiste"


Non ci fu alcuna irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi di Rti, controllata al 100% da Mediaset. Lo ha deciso il gup Pierluigi Balestrieri che ha assolto, perchè il fatto non sussiste, in relazione ad alcuni illeciti fiscali ipotizzati dalla procura nel 2004, Silvio Berlusconi, il figlio Pier Silvio e altri 10 manager, tra cui il produttore statunitense tv Frank Agrama. Il provvedimento del giudice riguarda anche il dirigente di Mediaset Pasquale Cannatelli, l’ex ad di Rti Andrea Goretti, i manager Rti Gabriella Ballabio, Daniele Lorenzano, Giorgio Dal Negro, Roberto Pace e Guido Barbieri, nonchè i manager cinesi Paddy Chan e Catherine Hsu Chun.
Questa inchiesta, finita a Roma per competenza territoriale perchè i fatti contestati, risalenti al periodo 2003-2004, coinvolgevano Rti che aveva sede legale nella capitale, costituiva un filone del procedimento milanese dove Berlusconi è stato prosciolto dal gup. Gli episodi sui quali ha indagato la procura di Roma riguardavano le dichiarazioni dei redditi del gruppo Fininvest del 2004 e del 2005 riferiti alla compravendita dei diritti tv. L'ipotesi del pm Barbara Sargenti era che gli imputati, in concorso tra loro, al fine di evadere le imposte sui redditi, avessero posto in essere un sistema di frode per alcuni milioni di euro che consisteva nella sovrafatturazione dei diritti di trasmissione di film e fiction acquistati da 'major' statunitensi come la Paramount. I diritti venivano acquistati da Mediatrade, Rti e Fininvest a prezzi gonfiati, tramite società di comodo riconducibili a Frank Agrama e ad altri intermediari. Parte delle somme sborsate, attraverso la triangolazione con aziende con sede in Estremo Oriente, veniva poi fatta rientrare in Italia. Un’ipotesi da sempre smentita dalle difese, secondo cui le società del gruppo Fininvest hanno sempre osservato i criteri di trasparenza e della normativa vigente in materia. I gup gli ha dato ragione. Dopo otto anni.

da Libero

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