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Regione già senza maggioranza. Per Crocetta c'è aria di inciucio
Crocetta vince con il 30% di voti: "Non mi alleo con nessuno". La metà degli elettori diserta le urne. M5S primo partito. Fli-Idv-Sel fuori.
Era la soluzione meno attesa. Era,
probabilmente, la più logica. Perché nella Sicilia del «tutto cambi
perché nulla cambi» di gattopardiana memoria, che alla fine la spuntasse
Rosario Crocetta, sostenuto dalla parte del Pd che ha appoggiato il
governo di Raffaele Lombardo e dall'Udc che col Pd ha sostenuto in parte
lo stesso esecutivo del ribaltone, era, diciamolo, più che prevedibile.
A dispetto dei sondaggi, che assicuravano che ci sarebbe stato un testa a testa tra Crocetta e il candidato Pdl Nello Musumeci.
A
dispetto di altri sondaggi, che addirittura davano per vittorioso
l'ignoto candidato di Beppe Grillo, Giancarlo Cancelleri. E invece no,
ha vinto il passato rivestito di nuovo e diventato futuro, anzi «futuro
rivoluzionario», come dice il neo governatore. E ha vinto facile,
Crocetta, su Musumeci: cinque punti abbondanti di scarto a spoglio quasi
completato, 30,9% contro 25,2%; terzo il grillino con un più che ottimo
18.
Cambiare tutto per non cambiare nulla. Sono maestri i siciliani, a
volte, in quest'arte. E anche questa volta non si sono smentiti. L'aria
di vittoria, però, si sente sin dal mattino, nella sede palermitana del
comitato elettorale tappezzata di immagini antimafia di Crocetta. Una
sede che meriterebbe il brevetto di vittoria sicura: qui, a maggio, era
il comitato elettorale di Leoluca Orlando, al ballottaggio poi
incoronato sindaco; nello stesso posto, via Mazzini angolo con via
Libertà, cuore della Palermo bene, si è piazzato il comitato elettorale
di Crocetta. E anche lui ha fatto bingo, senza patemi. Già intorno a
mezzogiorno i primi boati: più sezioni si spogliano, più si consolida
una forbice difficilissima da colmare, sei punti, dal candidato Pdl.
Alle
13, mentre il neo governatore è ancora lontano, a Palermo già si
festeggia. Arriva l'ex presidente dell'Antimafia Beppe Lumia, uno degli
artefici dell'inciucio con Lombardo nel governo scorso. Arrivano, alla
spicciolata, gli altri big, rispunta persino Sergio D'Antoni. È la
rivincita per il partito di Bersani. La rivincita per una serie di
scelte sbagliate pagate care nelle urne, l'ultima proprio a Palermo, le
scorse elezioni. La vittoria è sperata ma non attesa. E infatti al
comitato è caos, disorganizzazione. Caos che diventa delirio quando alle
16 e 40, arriva il vincitore. Il popolo di Crocetta accoglie il suo re
in strada. E lui, da re, incede bloccando la strada, rispondendo ai
cronisti e ripetendo come un mantra: «Non ho la maggioranza? Il problema
è vostro, non mio. Io non sono uomo da inciuci, non faccio alleanze con
nessuno, presenterò progetti. Se non passeranno richiamerò i siciliani
alle urne, e questa volta mi daranno il 60%». C'è aria di festa,
qualcuno gli ricorda il voto di castità: «Sarò casto per forza, ormai
sono vecchio, non mi vuole più nessuno». Dedica alla mamma, e smentita
di avere avuto voti dal gruppo Miccichè-Lombardo: «Non credo proprio».
Ironico con chi gli ricorda il patto della Croc-chè, dalla crasi dei
cognomi suo e di Miccichè: «Non posso mangiarle (in siciliano crocchè
sono le croquetes di patate), mi fanno male». E poi, spazientito: «Io
sono in discontinuità con tutti i governi siciliani che mi hanno
preceduto, Lombardo compreso. Con me si cambia musica». E saranno
lacrime e sangue, visto che vuol far fuori qualche dirigente
superpagato.
Al comitato di via Mazzini è festa. Si va di ovazione in ovazione,
anche col rischio di farsi male, come succede a un neo deputato lanciato
in aria che dà una capocciata sul tetto. Cento passi più in là, in via
Libertà, c'è la mestizia, il comitato di Nello Musumeci. Il grande
sconfitto arriva intorno alle 19: «Il Pdl in queste settimane non si è
fatto mancare niente - dice Musumeci - ma la Sicilia è davvero la terra
dei gattopardi, ha vinto la stessa maggioranza di Lombardo. Gli auguro
buon lavoro ma con me è stato scorretto, non lo chiamerò». Il buon
lavoro, a Crocetta, lo manda Fitch, che ha declassato la Sicilia per il
suo debito abissale. Auguri, governatore Crocetta.
da Il Giornale
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