Ritengo giusta la preoccupazione dei
rappresentanti del Comitato Zingaretti verso le tossicodipendenze,
purchè non celi una posizione ideologica. Lo dichiara Laura Marsilio,
candidata di 'Fratelli d'Italia' al Consiglio della Regione Lazio.
Condividiamo il bisogno di continuare a mantenere alta l’attenzione su
una tematica delicata come quella delle dipendenze, ma abbiamo il timore
che le dichiarazioni rilasciate dagli esponenti del Comitato Zingaretti
nascondano in realtà una mera polemica politica.
Trovo squallido ignorare, solo per
questioni elettorali, la qualità e l’immensa mole di lavoro prodotta
dall’attuale amministrazione dell’Agenzia Capitolina sulle
Tossicodipendenze, con la quale ho collaborato quando ho ricoperto
l’incarico di Assessore alle Politiche Educative Scolastiche, della
Famiglia e della Gioventù di Roma Capitale.
Abbiamo, inoltre, il timore – ha
proseguito – che queste dichiarazioni, non tengano volutamente conto di
come l’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze sia stata gestita nel
periodo risalente alle precedenti amministrazioni comunali di
centrosinistra: una gestione che, fino al 2009, ha assegnato i servizi
per la cura dei tossicodipendenti, attraverso proroghe e affidamenti
diretti, in maniera tutt’altro che trasparente, senza neanche i più
elementari controlli di verifica sulle rendicontazioni degli enti
gestori. A questa totale carenza di trasparenza, si aggiunga pure
l’assenza di linee guida, indicate secondo lo statuto dell’Agenzia
dall’Assemblea Capitolina, che ha caratterizzato le precedenti gestioni
dell’Istituzione. Tale mancanza venne colmata solo nel 2009 con
l’attuazione del “Nuovo Quadro dei Servizi”, che ha permesso all’Agenzia
Capitolina sulle Tossicodipendenze, di recepire finalmente gli
indirizzi del Piano Programma forniti dall’Assemblea Capitolina.
Non vogliamo – ha concluso Laura
Marsilio – che dietro queste dichiarazioni del Comitato Zingaretti,
volte a contrastare il lavoro trasparente dell’attuale gestione
dell’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze, si celino gli interessi
di quei “soliti noti” enti gestori, a svantaggio così dei cittadini
romani.
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