«Il
voto contrario sulla fiducia al Governo Letta che ho espresso in
dichiarazione di voto per Fratelli d’Italia corrisponde a un primo
giudizio negativo sul suo operato. Nessuno dei problemi strutturali che
l’Italia ha di fronte è stato affrontato. Se tutti gli indicatori
economici restano negativi significa che anche le prospettive generali
su cui il governo si sta muovendo non convincono l’economia. I consumi
non risalgono, la disoccupazione cresce, la recessione non rallenta, il
potere d’acquisto dei salari non aumenta, non c’è liquidità, la qualità
della vita peggiora con il taglio della spesa pubblica, la tassazione
resta alle stelle. Le emergenze sono chiare, prima fra tutte la
necessità di rinegoziare il rapporto con l’Europa. Basta con viaggi
turistici dei ministri a Bruxelles, ce ne vuole uno solo nel quale si
dica forte e chiaro che l’Europa deve rappresentare un’opportunità anche
per noi altrimenti non c’è nulla che possa trattenerci in una trappola
senza cercare di scapparne fuori. L’Europa non prevede fondi strutturali
per i paesi membri ad alto rischio sismico che ci sarebbero utili per
provvedere al risanamento idrogeologico e alla ricostruzione. Perché?
Minaccia procedure d’infrazione se non rispettiamo gli impegni sulla
lotta alle alterazioni climatiche, non calcola che siamo la nazione più
esposta all’effetto serra e all’innalzamento delle acque, subendo per
primi gli effetti dell’erosione e delle frane; dobbiamo porvi rimedio
senza aiuti. Perché? Non contrasta la concorrenza sleale di Cina, India,
Brasile subendo una guerra non dichiarata che sta dilaniando le nostre
aziende e producendo disoccupazione o cassa integrazione, avallando lo
sfruttamento del lavoro minorile. Perché? Non rimette mano agli accordi
sulla produzione in agricoltura, con quote inique previste per l’Italia
derivate da governi distratti che non hanno saputo difendere gli
interessi della nostra economia a Bruxelles. Perché? Non ci affianca nel
contrasto all’immigrazione clandestina, lasciandoci soli a respingere i
viaggi della speranza e il primo impatto con il terrorismo integralista
mediorientale. Perché? Ma ci sono anche punti strategici che dipendono
esclusivamente dalle competenze e dal potere del governo: il ritorno
della Banca d’Italia in mano pubblica e la difesa del denaro dai
famelici assalti delle banche private, la separazione delle banche
commerciali da quelle d’affari, la rivoluzione del fisco con il
meccanismo del contrasto d’interessi, il tetto alle tasse in
Costituzione, la detassazione sulle nuove assunzioni. Queste le sfide
che lanciamo dai nostri banchi. Il governo porti all’Italia questi
provvedimenti, riapra il negoziato con l’Europa con determinazione e
coraggio e noi lo sosterremo. Ma si tratta solo della brutta copia del
governo Monti e quindi non abbiamo dubbi sul da farsi : combatterlo con
tutte le forze».
È quanto dichiara il cofondatore e vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli.
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