«Visto
quello che sta succedendo in Grecia nell’inchiesta sulla televisione
pubblica auspico che anche in Italia possa esserci un doveroso atto di
trasparenza sulla Rai. E non mi riferisco ai contratti ed agli stipendi,
ma agli appalti, alle produzioni esterne, alle rendite di posizione ed
al quasi monopolio di alcuni. Ho l’impressione che per troppo tempo la
Rai sia stata usata da alcune persone in modo non consono ad un’azienda
pubblica finanziata con i soldi dei cittadini. Saranno probabilmente
solo leggende metropolitane quelle che sento da anni su varie sfere di
influenza e potere all’interno dell’azienda pubblica, ma perché non
togliersi tutti i dubbi? Tanto più ora, e cioè in un momento nel quale
il governo delle larghe intese mette insieme le due fazioni da sempre
presenti in Rai ed esclude dalla possibilità di opposizione le forze
politiche che non hanno mai sponsorizzato nessuno e che non hanno lacché
infilati nelle redazioni e nella struttura. Basti pensare a come tutti i
tg, con l’esclusione del tg uno, ad esempio, abbiamo censurato la
notizia della corte costituzionale che ha reso incostituzionale il
prelievo di solidarietà sulle pensioni d’oro, cioè quelle dei suoi
membri. Se vorrà lavorare, la vigilanza Rai, ma anche la magistratura,
avrà tutto il mio appoggio. Se poi vedrò che nulla si muoverà, proverò a
mettere per iscritto io stesso alcune delle leggende metropolitane
ascoltate in questi anni, su produzioni, assunzioni, contratti, film,
fiction, società esterne ed amenità varie».
È quanto dichiara Guido Crosetto, coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia.
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