La festa di Atreju ha colpito nel segno e ha smosso le acque stagnanti della politica settembrina?
Per varietà di temi, iniziative e ospiti, Fratelli d’Italia ha di
sicuro rilanciato il proprio ruolo nel centrodestra. Il protagonismo si è
sostanziato in una apertura a interlocutori differenti rispetto a
quelli della destra tradizionale (Tosi, Fitto, Giannino, Guidi,
Travaglio) mentre forte è stata la ricerca di un dialogo con il mondo
produttivo (confermato dalla presenza di Squinzi di Confindustria).
Rispetto ai richiami delle sirene del passato (la rifondazione di An) o
del populismo, Giorgia Meloni ha provato a tenere insieme il malessere
di una destra pesantemente ridimensionata nelle ultime elezioni con la
necessità di presentarsi come una forza affidabile e concreta, in
prospettiva governista.
Accanto ai richiami identitari (l’incontro sul Fronte della
Gioventù o sul caso Marò) Atreju ha unito un altro registro di priorità,
dal lavoro alla famiglia fino alle politiche industriali, cercando di
rendere più appetibile l’offerta di proposte economiche che è stata in
passato (e resta) il tallone d’Achille della destra, spesso incapace di
codificare le necessarie distinzioni rispetto all’area
liberal-liberista.
Il senso di “Officina Italia”? Nella fase due del “Centrodestra nazionale” c’è un orizzonte di allargamento che potrebbe rimettere in moto l’intera fronte costituito da Fdi, Lega e Pdl (Forza Italia): pur rimarcando le dissonanze dal partito berlusconiano, il tentativo della Meloni è rivolto a riavvicinare alla politica i tanti delusi dalla destra di governo, restituendo motivazioni al popolo che ha scelto o l’astensione o addirittura per disperazione il voto per la lista di Beppe Grillo. Dal numero e dalle adesioni ad “Officina Italia”, che celebrerà una kermesse costitutiva ad ottobre, si misurerà in maniera tangibile la capacità attrattiva di questo progetto. Lo scoglio del 4% alle Europee è ostacolo non trascurabile.
In conclusione, grazie ad Atreju, l’agenda politica degli ultimi giorni ha trovato altri temi oltre le vicende della giunta per l’elezione del Senato e oltre il duello falchi/colombe nel Pd e nel Pdl: il valore di questo appuntamento di settembre – stante l’incertezza sul futuro del governo Letta – potrebbe essere infatti amplificato se innescasse nelle prossime settimane un positivo cortocircuito di idee per rimettere in moto l’intera coalizione di centrodestra, animando un confronto su programmi, uomini e prospettive (le primarie richieste anche da Tosi). Al tempo del grigio governo della “strana maggioranza”, tutto questo non è poco.
Il senso di “Officina Italia”? Nella fase due del “Centrodestra nazionale” c’è un orizzonte di allargamento che potrebbe rimettere in moto l’intera fronte costituito da Fdi, Lega e Pdl (Forza Italia): pur rimarcando le dissonanze dal partito berlusconiano, il tentativo della Meloni è rivolto a riavvicinare alla politica i tanti delusi dalla destra di governo, restituendo motivazioni al popolo che ha scelto o l’astensione o addirittura per disperazione il voto per la lista di Beppe Grillo. Dal numero e dalle adesioni ad “Officina Italia”, che celebrerà una kermesse costitutiva ad ottobre, si misurerà in maniera tangibile la capacità attrattiva di questo progetto. Lo scoglio del 4% alle Europee è ostacolo non trascurabile.
In conclusione, grazie ad Atreju, l’agenda politica degli ultimi giorni ha trovato altri temi oltre le vicende della giunta per l’elezione del Senato e oltre il duello falchi/colombe nel Pd e nel Pdl: il valore di questo appuntamento di settembre – stante l’incertezza sul futuro del governo Letta – potrebbe essere infatti amplificato se innescasse nelle prossime settimane un positivo cortocircuito di idee per rimettere in moto l’intera coalizione di centrodestra, animando un confronto su programmi, uomini e prospettive (le primarie richieste anche da Tosi). Al tempo del grigio governo della “strana maggioranza”, tutto questo non è poco.
info@barbadillo.it
A cura di Michele De Feudis
Commenti
Posta un commento