ROMA – Giovanni Lindo Ferretti, l’uomo che augurava “lunga vita a Stalin” e Giorgia Meloni, la donna che aveva “un rapporto sereno con il fascismo”. La foto dell’ex leader di Cccp e Csi insieme alla prima donna capo di un’organizzazione giovanile di destra ha colpito al cuore molti fan del Lindo Ferretti di un paio di decenni fa.
Il cantante era ospite di Atreju, in principio la festa dei giovani di An, poi diventata la festa dei giovani del Pd, ormai la festa della Meloni. Quattro giorni prima era andato sul palco della festa del Fatto Quotidiano, ed Europa ha commentato: “Che fatica sarà mai fare la spola da Giorgia Meloni ad Antonio Padellaro dopo essere passato da Palmiro Togliatti a Joseph Ratzinger?”
Ferretti è passato dal soviet-punk alle appassionate lettere filo-Ratzinger sulle “radici cristiane” al Foglio, dall’estremismo di sinistra al “voto Lega, unica salvezza“.
Vederlo sorridente (nei suoi limiti) con Giorgia Meloni fa pensare a testi e titoli delle sue canzoni come “Depressione caspica”, “No, non ora, non qui”, alle “divergenze” più che alle “affinità” fra “il compagno Togliatti e noi”. A tutto, insomma, fuorché a “Fedeli alla linea“.
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