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Il partito della nazione e altri animali
Da quando è sparita la destra, il suo lessico trionfa in politica
Da quando è sparita la destra, il suo
lessico trionfa in politica. Il partito della nazione, riaffermare la
sovranità italiana in Europa, respingere gli immigrati clandestini,
aiutare la maternità, alleggerire la pressione fiscale e sindacale sulle
imprese, sono i temi destrorsi che tengono banco. Di «sinistra» restano
solo i diritti civili applicati alla biopolitica. Il «sociale» ha perso
l'antica impronta popolare o di classe per indicare il volontariato e
il reinserimento dei disabili e dei detenuti. Il partito della nazione
era il ruolo che sarebbe toccato ad Alleanza nazionale, l'ho scritto per
anni, e l'ultima traccia di quella missione delusa fu un libro recente
di Alemanno intitolato appunto Il partito della nazione. Ora lo dice
Renzi e io condivido da versanti opposti il disagio di Michele Serra. A
vederlo oggi il partito della nazione, tra declino dei partiti e
tramonto delle nazioni, è un cadavere dentro un relitto. Il retrogusto è
il Partito Unico, Trisex, centrista-destro-sinistro, buono per tutti.
Perché in realtà si dice Tutti per dire Io, trattandosi di una protesi
corale del Leader della nazione, il sullodato Matteo, Asso Pigliatutto.
Dopo i nomi verranno pure i contenuti di destra? O i nomi potranno
suscitare l'esigenza d'interpreti più credibili? Io voglio credere a
Renzi, ma dove potrà andare con quel partito che ha, quel governo,
quegli enti locali, quella burocrazia, quegli sponsor e soprattutto con
quell'Eurocrazia addosso? Per tutti costoro la nazione è solo un cane
morto.
di Marcello Veneziani
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