In quei giorni parecchie scelte difficili vennero fatte ,
una guerra civile ebbe luogo su questa terra, una guerra nella guerra, una
guerra dimenticata, una guerra da 100.000 morti. In quei giorni di famiglie
divise ve ne erano centinaia, migliaia.
Divise fra chi aveva scelto la via della libertà e chi
quella scelta dell' onore, fra chi voleva la vittoria, e chi sapeva che andava incontro a sconfitta certa, fra
chi sperava in una sconfitta meno dura e chi sperava nella sconfitta più dura possibile per dare inizio, subito dopo
alla rivoluzione, fra chi voleva la democrazia, fra chi nella blanda dittatura
fascista aveva visto la speranza, fra chi sperava in un' Italia comunista.
Giovani che armi in pugno
combattevano per un ideale per una speranza o semplicemente per l'
onore.
Perché limitare il tutto in un' insurrezione generale,
dichiarata per altro a giochi già fatti è troppo poco, perché come disse De
Felice la maggioranza era grigia, né rossa né nera né bianca, era stata
fascista per vent' anni ed è stata democratica subito dopo. Perché come disse
Churchill: "bizzarro popolo quello italiano un giorno 45 milioni di
fascisti il giorno dopo 45 milioni di antifascisti e partigiani, eppure questi
90 milioni di italiani non risultano dai censimenti."
In molti però presero
una parte soprattutto ragazzi, anche se la maggioranza attese.
Chi combatté con il fazzoletto rosso voleva la rivoluzione, voleva
il comunismo.
Chi combatté nelle brigate autonome/cattoliche voleva la
libertà e la democrazia per rendere meno dura la sconfitta.
Chi combatté con la camicia nera sapeva di essere destinato
alla sconfitta, ma lottò lo stesso; per l' onore, per la patria e per un
ideale.
Chi combatte nei Balcani invece, sia nero che bianco, che ex
soldato, combatté spesso per la patria in maniera semplice e diretta.
Ecco se avessi potuto scegliere, sarei stato li a combattere contro gli
invasori, sia jugoslavi, che tedeschi, che inglesi.
Rispetto per tutti i caduti della guerra civile italiana
1943-1945.
Che oggi possa diventare una giornata di ricordo e di lutto,
non di rivalsa.
di G.G., Rubrica "Puledro Impennato"
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