Roma fu incoronata con l’avvento della Repubblica Italiana a
Capitale e da quel giorno in poi fu testimone, come in passato, della
collusione, dell’affarismo e del clientelismo più becero e meschino fino alla
Banda della Magliana e alla presa d’atto dell’esistenza di organizzazioni
para-mafiose con il “Nero” di Romanzo Criminale. Nessuna tra le alte cariche
della città è rimasto indenne da accuse e da comportamenti, se pur leciti, non
consoni o non moralmente irreprensibili.
Oggi, chi si candida a cambiare?
Roberto Giachetti, cinquantenne romano esile e dotato di
poca verve, è il candidato del Partito Democratico, voluto dal Premier Matteo
Renzi, dopo la tragicomica stagione della Giunta di Ignazio Marino. Giachetti
non desta sospetti, è rassicurante e vanta un passato da radicale convito, ma
spesso cela il suo passato di braccio destro dell’ex Sindaco di Roma, Francesco
Rutelli, e uomo del sistema.
Alfio Marchini, bello agli occhi delle giovani e delle meno
giovani, ha fatto di tutto per ricevere l’appoggio del centrodestra, ma il suo
desiderio è stato infranto dal diktat “feroce” di Giorgia Meloni, che
certamente non vuole appoggiare un uomo del sistema, un ex componente Pd e
l’erede di una dinastia di finanziatori di Botteghe Oscure, Sede storica del
Partito Comunista Italiano.
Virginia Raggi, bella ragazza preparata e seria, è la
candidata a Sindaco per Roma del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo.
“Tosta” e capace nel dibattito televisivo, dove dimostra che benché giovane, la
carriera da avvocato le rafforzato le spalle e la “parlantina”. Le capacità non
sono tutto per governare Roma, serve una squadra e ampie conoscenze in ambito
amministrativo che il M5S ha più volte dimostrato di non avere.
Storace c’è. È l’uomo per tutte le stagioni, prima come
condottiero della destra contro tutti e tutto e oggi come outsider supportato
da Alemanno e Fini. Storace non manca di battute astute e slogan accattivanti, segno
di una brillante intelligenza politica. La sua è una campagna elettorale
improntata con metodi propri di una destra sociale. Sarebbe una buona
candidatura peccato la presenza di sconfitti alle sue spalle.
Bertolaso, moderato e poco esperto nei rapporti con la
stampa, dovrebbe essere il candidato del centrodestra, che di giorno in giorno
fa crescere i malumori dentro Fratelli d’Italia e Noi con Salvini. Il suo
sponsor? È Silvio Berlusconi, che scende in campo personalmente per supportare
un suo uomo di fiducia. Bertolaso ha grandi capacità tecniche e organizzative,
peccato le difficoltà nella sintesi politica.
“Roma non vuole padroni”. Le difficoltà per chiunque vinca
sono quelle di poter risollevare i problemi di una città che sembra essere
stata colpita da una pestilenza o da un orda barbarica o da una guerra di
portata mondiale.
di U.G.
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