Afghanistan, Fidanza: In missione a Kabul e Herat. Nostri militari orgoglio per l'Italia

L'eurodeputato Carlo Fidanza (Fratelli d'Italia) ha partecipato come unico italiano alla visita di una delegazione di quattro membri del Parlamento Europeo in Afghanistan. "Era dal 2009 che una delegazione ufficiale dell'Europarlamento non si recava in Afghanistan, siamo riusciti a farlo in un momento cruciale per il Paese: il 2014 sarà l'anno delle elezioni presidenziali e del ridimensionamento della presenza militare internazionale. Due momenti decisivi per capire se l'Afghanistan evolverà verso una stabilizzazione oppure ripiomberà nel caos", spiega Fidanza, membro della Delegazione per i rapporti con l'Afghanistan del Parlamento europeo.
A margine dei numerosi incontri istituzionali con le massime autorità afghane e internazionali, Fidanza ha voluto recarsi presso il comando ISAF di Herat che, sotto la guida italiana, gestisce tutto il quadrante ovest del Paese:
"Ho voluto portare un saluto affettuoso alle nostre truppe - spiega Fidanza - e ho potuto verificare di persona la stima e il rispetto di cui godono i nostri uomini e le nostre donne con le stellette. La professionalità, la dedizione e la capacità di farsi apprezzare dalla popolazione locale sono la cifra di questo impegno ultradecennale. In Afghanistan quando si parla degli italiani spariscono i sorrisi di sufficienza tipici di tanti ambienti internazionali e si torna a parlare di una grande Nazione: questo deve riempire di orgoglio il cuore di ogni italiano".
In merito alle polemiche che accompagnano i costi e i risultati delle nostre missioni, Fidanza puntualizza:
"Soltanto un atteggiamento ideologico può nascondere i grandi progressi compiuti grazie alla missione ISAF, in termini di contrasto al terrorismo, di sviluppo, di aumento della scolarità e di miglioramento dei diritti umani. I tanti soldi spesi, e soprattutto il tributo di sangue pagato dall'Italia (53 caduti dal 2000 a oggi) non devono essere vanificati da un ritiro precipitoso e da una transizione mal gestita.
Proprio ieri l'Italia ha consegnato le chiavi della base di Farah alle forze di sicurezza afghane e sempre più questo avverrà in futuro, grazie all'opera di formazione di militari e poliziotti locali condotta dalla missione europea Eupol, cui l'Italia partecipa da protagonista.
Credo però che questo impegno in prima linea nelle missioni debba essere fatto pesare di più con gli alleati europei ed atlantici, a partire dalla risoluzione del caso Marò".

Rimane aperta la questione degli aiuti economici: "È vero - conclude Fidanza - che fino a oggi troppi aiuti sono stati mal spesi e non possiamo più permettercelo in una fase di crisi come questa. Ora l'Europa e la Nato stanno negoziando con gli afghani l'impegno finanziario post-2014: vanno poste condizioni chiare in tema di diritti umani e delle donne nonché di contrasto efficace a corruzione, malavita e produzione di oppio".

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