I due eterni rivali
potrebbero convogliare come somma di debolezze per la formazione di una
compagine a destra di Forza Italia e contrastante in termini elettorali con
Fratelli d’Italia.
A far nascere questa idea nelle menti “perverse”
(politicamente parlando) dei due ex
nemici di partito, è stata probabilmente la sfida creatasi in seno all’Assemblea
della Fondazione AN, nella quale Fini e Alemanno indirettamente avevano
avanzato una proposta che non convergeva con la posizione assunta da Giorgia
Meloni.
Si pensa che il nome ricalcherà la storica sigla AN, non più
da ricollegare ad Alleanza Nazionale, ma al nuovo soggetto che si chiamerà
quasi sicuramente “Azione Nazionale”. Si pensa che la prossima settimana verrà
ufficialmente presentato tale progetto, che provocherà sicuramente uno scossone
all’interno di Fratelli d’Italia, che potrebbe perdere suoi dirigenti,
consiglieri, amministratori, Sindaci e militanti, che delusi potrebbero sperare
in un ritorno al passato.
Alcune voci, dicono che Alemanno veda con molta invidia e
fastidio il fatto che probabilmente Giorgia Meloni possa cogliere l’attimo,
inserendosi nella corsa per il Campidoglio.
Quando tanto tempo fa scrissi che, benché brava
politicamente, Giorgia Meloni non poteva incarnare il leader della Destra del
Terzo Millennio, in quanto per paura di non superare lo sbarramento alle
Europee (poi non superato) aveva imbarcato su un buon progetto le macerie di un
mondo alemanniano consunto e lacero.
Lo scrissi prima della vicenda di Mafia Capitale, che nel
bene o nel male ha investito, se pur marginalmente, Alemanno, che quell’atto di
fagocitazione dei reduci alemanniani era un errore.
Probabilmente tra una settimana o due avrò la conferma che
ciò che avevo scritto a voi cari lettori era una verità, ragionata e frutto
dell’esperienza personale.
Che
brutta fine che ha fatto la nostra destra… Si diceva in passato “Non moriremo
democristiani”, ma sembra che oggi il vero problema è che potremmo “morire,
politicamente parlando, schiavi della Padania e della rozza idea di secessione”.
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