Centodue anni fa.

Oggi, anche se non fisicamente, sono sul Piave. Sono sul Piave come il mio bisnonno più di 100 anni fa. Sono sul Piave a ricordare la sua sofferenza e i suoi sacrifici, sono sul Piave insieme ai 640.000 ragazzi che sono morti. Sono sul Piave insieme a quei giovani ragazzi che diedero la vita: chi per costrizione, chi per il camerata a fianco, chi per l'onore d'Italia, chi per paura, chi per un'ideale, chi per diserzione, chi per insubordinazione.
Oggi sono a fianco di quei ragazzi che per 640.000 motivi diversi diedero la vita per questa mia nazione. Sono a fianco dei 4 milioni e mezzo di ragazzi, che durante i tre anni di guerra combatterono per costruire e forgiare questa nazione. Sono a fianco di quei ragazzi, sperando che essi non vedano e non sappiano quanti pochi oggi  ricordino con ammirazione e gratitudine i loro sacrifici, le loro lacrime e il loro sangue. Perché una nazione può passare momenti più o meno felici, più o meno difficili, ma se non ricorda il suo passato non è degna di esso, ma ancor di più non è degna di essere.

di Giacomo Gioacchini

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