Anarchia tutta romana

Tante volte ho attraversato piazza Indipendenza, nel cuore di Roma a due passi dalla Stazione Termini, per raggiungere l’università o il mio appartamentino e oggi in Tv ho assistito ad una scena degna degli scontri venezuelani o delle rivolte della primavera araba.
L’unica grande differenza che corre, è che questa scena indegna è stata girata non a Piazza Tahrir o a Misurata, ma nel bel mezzo della Capitale della civile, e democratica Italia.

Nei fotogrammi si assiste alla violenta reazioni di rifugiati, che armati di bombole di gas, bottiglie incendiarie e peperoncino hanno aggredito le forze dell’ordine.
La rivolta è stata quanto mai scomposta e esagerata, tanto da obbligare le forze dell’ordine ad utilizzare idranti per disperdere il gruppo ingente di manifestanti che hanno lanciato qualsiasi cosa contro gli uomini della Celere.

Non è possibile pretendere che i cittadini romani debbano sopportare la presenza di zone franche dove regole e leggi non sono rispettate e dove comunità straniere si danno una gerarchia differente rispetto a quella dell’ordinamento democratico italiano.

Chiunque di noi, se mettesse piede in uno stato sovrano, non si permetterebbe di occupare un edificio e non aggredirebbe le forze di pubblica sicurezza, magari coadiuvato da qualche “figlio di papà” mascherato da rivoluzionario.

Bivacchi, centri sociali, campi nomadi e occupazioni di edifici abbandonati sono delle concessioni che uno Stato non dovrebbe consentire, ma abolire grazie ad un parallelo piano di edilizia che consenta di dare un alloggio popolare e degno ai cittadini italiani.

di Umberto Garbini

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