DONG – DONG – DONG… LE STRADE SON DESERTE, DESERTE E SILENZIOSE

Dong…dong…dong… Scocca la mezzanotte: le luci si abbassano, la musica cessa di suonare. Resta solo il momentaneo chiacchiericcio che sparirà da lì a pochi minuti… Questa è la fotografia di Orvieto che appare agli occhi di una ragazza qualunque seduta in un bar qualunque in un venerdì di inizio primavera. Dal 2 aprile 2010 lo scenario che si presenta è questo: un corso Cavour deserto, silenzioso e senza intrattenimento musicale, né live, né di altro genere. Per quanto si possa essere d’accordo sul fatto di limitare gli schiamazzi notturni e gli atti vandalici di ogni tipo, dal rompere bottiglie, a rovesciare vasi, non è normale che in primavera, quando tutto dovrebbe risvegliarsi, la nostra bella città si assopisca. Musica live per non più di due giorni a settimana e per un massimo di quattro ore giornaliere, con campanella di chiusura che suona ai seguenti orari:- dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 23,00 nelle giornate dalla domenica al giovedì;- dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 24,00 nelle giornate del venerdì e sabato e nei prefestivi.
Ma curiosando per le strade della città in una serata infrasettimanale si scoprono tanti malcontenti: chi magari è rimasto a casa per una pausa dall’università vaga allo sbaraglio, in cerca di una “sol”; chi vuole fare quattro chiacchiere con un amico cerca un “mi”; chi invece vuole rilassarsi davanti ad una bicchiere di vino dopo una giornata di lavoro vorrebbe un “la”… Ma l’unica cosa che si sente è il silenzio, o meglio, le chiacchiere lasciate al vento, non trasportate da nessun suono armonioso. È comprensibile che chi vive nel centro storico, o magari davanti ad un bar di punta del corso, possa richiedere tranquillità e quiete notturne…Ma come possiamo pretendere di avere una città viva, se sono gli stessi Orvietani a non andare incontro alle esigenze sia dei commercianti che dei giovani?
Ciò che veramente dà fastidio non è la musica in se per se, se tenuta ad un livello accettabile, ma gli atti vandalici che spesso sono diretta conseguenza di un bar proprio sotto il proprio portone: bicchieri rotti, pezzi di vetro ovunque, escrementi sulle porte di casa(perché si, cari ragazzi, la nostra generazione fa anche questo , quindi vergogniamoci) e chi più ne ha più ne metta.
E allo stesso tempo è da notare come molti controlli siano sempre effettuati sulle strade, e che molte pattuglie si fermano nei pressi della Torre del Moro…Ma se invece, le forze dell’ordine si muovessero in mezzo a noi, direttamente nella nostra realtà, controllando e rendendo più vivibile il centro storico? Se invece di stare fermi in macchina, uscissero e controllassero da vicino cosa succede nei vicoli nelle vicinanze dei bar? E già che ci sono… Perché non controllano se la somministrazione degli alcolici viene effettuata secondo la legge? La ragione, come il torto, si trova sempre nel mezzo: è giusto permettere agli abitanti del centro di passare serate tranquille a guardare un film o a dormire, ma è anche giusto rivitalizzare un centro così bello che è Orvieto. E non con masse di ubriachi e vandali, ma con gruppi musicali, che nella nostra città abbondano, sia in quantità che in qualità. Cerchiamo di capire, soprattutto noi giovani, che il divertimento non comprende per forza l’alcol, ma vive della musica che ognuno di noi suona con la sue essenza… perché in fondo “c'è solo la strada su cui puoi contare, la strada è l'unica salvezza, c'è solo la voglia e il bisogno di uscire, di esporsi nella strada, nella piazza… Perché il giudizio universale non passa per le case e gli angeli non danno appuntamenti e anche nelle case più spaziose non c'è spazio per verifiche e confronti.” (Giorgio Gaber)


Virginia Anselmi

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