Com’è ben noto, il 10 Febbraio di ogni anno ricorre il Giorno del Ricordo, anniversario per commemorare le vittime delle Foibe. Un evento, questo, che assume sempre una rilevanza marginale rispetto ad altre stragi considerate, a torto, più altisonanti. Perché avviene questa differenziazione? Perché ricordarsi soltanto degli eccidi più gravi, più crudeli, più devastanti? Esistono forse martiri migliori di altri, che hanno diritto di essere compianti solo perché sterminati in massa in un gulag o in un lager, o forse ogni vita restituita a Dio ha sempre lo stesso valore? Rispondere a queste domande significa analizzare a fondo la storia, ricostruire le tappe più nascoste del passato, rievocarne, purtroppo, i fantasmi. Sono questi i motivi che spingono Giovane Italia Orvieto a manifestare la propria avversione verso i totalitarismi di qualsiasi colore, a dire di no agli olocausti di serie A e di serie B, ad unirsi al dolore di chi ha perso parenti e amici nei massacri titini, auspicando che la storia non riservi più crudeltà simili, terrificanti per i contemporanei, strazianti per i posteri. Per dimostrare, infine, la propria partecipazione in maniera concreta ed attuale, Giovane Italia Orvieto propone di intitolare ai Martiri delle Foibe un elemento dell’impianto urbanistico della città (una via, una piazza, un parco…), considerando, inoltre, che lo stesso sindaco orvietano visse in prima persona il dramma delle stragi istriane, costretto ad abbandonare la sua Zara per non incorrere nella crudeltà del regime jugoslavo.
Giovane Italia Orvieto
di Alberto Fontanieri
Giovane Italia Orvieto
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