Gossip in doppiopetto con un surrounding di palazzi, ville e rinomati club. Questa era la base dei quotidiani fino a qualche mese fa. Poi, come d'un tratto, si è smesso di parlare di donne, di feste, di bollicine e di tutto il resto, come se il problema fosse svanito, soppiantato da una nave che già ha annoiato, e dall'emergenza maltempo. Ma a quanto pare morto il peccatore non muore il peccato. Stavolta, seppur a distanza di tempo, il gossip dei governanti torna a stonare sui giornali. Nel mirino la festa di lancio di People , programma tv sulla rete locale Julie Italia condotto da Lorenzo Crea, giornalista, figlio della presidente del Pd campano Maria Grazia Pagano e portavoce del gruppo regionale del partito. A farsi largo tra abiti succinti diversi i politici afferenti ad area PD. «Iniziative come questa che rompono la negatività del presente». Ma stavolta non è il Cav a parlare ma l'ex vicepresidente della Provincia Antonio Pugliese. Tutti pronti a discolparsi come bambini con le mani sporche di marmellata sorpresi davanti ad un barattolo vuoto in un vortice di puerili giustificazioni. Orlando prende le distanze: «Ma io ho partecipato di sfuggita, e prima che iniziassero a ballare me ne sono andato con Caldoro. Guardando poi le foto ho pensato di aver fatto un errore di valutazione ad andarci, però non ho fatto niente di male. Sì, ho visto un po' di addobbi sopra le righe, ma tipici delle feste in discoteca che comunque non ho l'abitudine di frequentare».
Nessuna recriminazione, ma questo è il teatrino che ci troviamo di fronte a seguito di una battaglia politica priva di contenuti, combattuta a suon di gossip, dove il tempio dell'informazione (qualora fosse mai stato un tempio) si è riempito di pubblicani che hanno fatto dell'informazione un vero e proprio mercato, quotando le notizie che andavano per la maggiore e vendendo non materia prima, ma artificiosi e complessi prodotti. L'informazione infatti, materia prima dell'opinione, è divenuta l'Opinione già confezionata ed elaborata, impedendo un processo critico alla maggioranza dei lettori rapiti da scandali e news a luci rossi. Ma il rischio più grande è quello di rimanere sterili, incapaci di produrre opinione personale e critica. In un momento in cui il parlamento è ridotto a un semplice passacarte con le mani legate uscire da questo fangoso campo di battaglia è duopo. Specialmente quando le battaglie cruciali stanno avvenendo in vetta. Biasimare chi per anni ha trascinato il dibattito sui livelli più infimi,con il semplice obiettivo di deporre un presidente, che seppur lacunoso in termini di ideale rettitudine, democraticamente eletto, non serve a nulla. Questo è il momento di aprire dibattiti che servano almeno a comprendere il rapido cambiamento degli scenari nazionali ed europei. Senza la consapevolezza di ciò si corre il rischio di piombare in un nuovo periodo in maniera passiva, trascinati dagli avvenimenti e ancora una volta frastornati. Un nuovo lustro alla politica sarà possibile solo con un controllo fermo da parte di ogni cittadino, senza l'intromissione insensata ma con lo sguardo vigile di chi riconosce la cosa pubblica come propria casa e proprio patrimonio. Gettare la spugna significa, usando una terminologia marinaresca oggi riscoperta, abbandonare la Nave.
di Federico Balin
Nessuna recriminazione, ma questo è il teatrino che ci troviamo di fronte a seguito di una battaglia politica priva di contenuti, combattuta a suon di gossip, dove il tempio dell'informazione (qualora fosse mai stato un tempio) si è riempito di pubblicani che hanno fatto dell'informazione un vero e proprio mercato, quotando le notizie che andavano per la maggiore e vendendo non materia prima, ma artificiosi e complessi prodotti. L'informazione infatti, materia prima dell'opinione, è divenuta l'Opinione già confezionata ed elaborata, impedendo un processo critico alla maggioranza dei lettori rapiti da scandali e news a luci rossi. Ma il rischio più grande è quello di rimanere sterili, incapaci di produrre opinione personale e critica. In un momento in cui il parlamento è ridotto a un semplice passacarte con le mani legate uscire da questo fangoso campo di battaglia è duopo. Specialmente quando le battaglie cruciali stanno avvenendo in vetta. Biasimare chi per anni ha trascinato il dibattito sui livelli più infimi,con il semplice obiettivo di deporre un presidente, che seppur lacunoso in termini di ideale rettitudine, democraticamente eletto, non serve a nulla. Questo è il momento di aprire dibattiti che servano almeno a comprendere il rapido cambiamento degli scenari nazionali ed europei. Senza la consapevolezza di ciò si corre il rischio di piombare in un nuovo periodo in maniera passiva, trascinati dagli avvenimenti e ancora una volta frastornati. Un nuovo lustro alla politica sarà possibile solo con un controllo fermo da parte di ogni cittadino, senza l'intromissione insensata ma con lo sguardo vigile di chi riconosce la cosa pubblica come propria casa e proprio patrimonio. Gettare la spugna significa, usando una terminologia marinaresca oggi riscoperta, abbandonare la Nave.
di Federico Balin
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