Il Vaffa di Grillo a Santoro Consensi vanno alle stelle

 

Beppe contro tutti: da Napolitano a Bersani Ecco perché piace anche a destra.

Il 'vaffa' di Grillo a Santoro Consensi vanno alle stelle

Ma «Beppe Grillo è un politico come gli altri?», si chiede sul sito di Servizio Pubblico lo staff di Michele Santoro. Per trovare la risposta non serve andare troppo lontano. Clicchi sul video e ti ritrovi a vedere un filmato nel quale il comico genovese non risponde alle domande dell’inviato del programma, quello che facendosi aiutare dal suo entourage  non si ferma davanti a nessuno tanta è la faccia tosta. Sì, Beppe Grillo è già diventato un mestierante della politica, al punto che si permette di mandare a quel paese Santoro, il divino Santoro, quello abituato ad attaccare tutti, senza accettare critiche.
Beppe e Corrado Che poi Grillo preferisca Corrado Formigli e il programma de La7, Piazzapulita, è un’altra storia, legata ad interessi di bottega. Ognuno, in fondo, ha i suoi gusti. Ma questo non  toglie valore al gesto di Grillo, come sottolineano i commenti sulla pagina Facebook di Servizio Pubblico. «Caro Servizio Pubblico, anche tu non hai capito che il M5s», scrive Andrea Cariati, «non è un partito, ma un movimento di cittadini ... le risposte le devi andare a cercare in mezzo alla gente!! E Beppe fa bene a non rispondervi! State cercando di attaccarlo in tutti i modi ma non vi riesce più nulla! Tenetevi i soliti politici in studio! non li ascoltiamo più». E come Andrea mille altri commenti. Il problema di  Grillo, però, è che per una cosa buona, nella furia di distruggere e attaccare tutto e tutti, ne piazza 99 sbagliate. O, quanto meno, fuori misura, facendo imbestialire tutta la sinistra.

La critica del 25 aprile Prendi il 25 aprile e le critiche al presidente della Repubblica definito «una salma». «Ieri Napolitano ha detto cose puntuali e serissime. Grillo ha risposto con insulti, non si permetta», tuona Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, impanicato dall’idea di non riuscire a fermare l’emorragia di voti verso il Movimento cinque stelle. Per non dire di Antonio Di Pietro, soprattutto dopo le dichiarazioni del leader dell’Idv al Fatto Quotidiano: «Tra me e Grillo c’è una sola differenza: io critico ma voglio costruire un’alternativa, lanciare un modello riformista e legalitario. Lui invece mira a sfasciare tutto e basta». Esternazioni cui il leader del Movimento Cinque Stelle ha risposto duramente, sostenendo che «Le parole di Tonino mi lasciano sbigottito. Spero che sia stato un lapsus. Da lui, proprio da lui, non me le aspettavo». In serata Di Pietro aggiusta il tiro. «La differenza tra Idv e il movimento di Grillo sta nel fatto che noi facciamo delle proposte», ha aggiunto Di Pietro. Poi, riferendosi a Beppe Grillo, ha chiarito che lo rispetta. Un rispetto di facciata, più che di sostanza considerato che il bacino elettorale è comune e se travaso c’è, avviene solo verso il movimento di Grillo. Al quale un sondaggio del Tg3 assegna una percentuale di voti superiore a quella della Lega. Quanto basta per mandare in tilt la sinistra. E non solo quella politica.
Michele e Chicco Siccome ne esiste anche una  televisiva, tanto Grillo quanto Santoro riescono  a solleticare gli interessi  di chi muove i fili. «C’è una trattativa tra Michele Santoro e La7», dice il direttore del Tg de La7, Enrico Mentana, nel corso del dibattito con Bruno Vespa al Festival del giornalismo di Perugia, «non ho cambiato idea. Ci sono professionisti che danno credibilità  e ascolto e Santoro è uno di questi». E se si muove La7, la Rai non  può certo stare a guardare. «Se Luttazzi non eccedesse, potrebbe anche tornare a viale Mazzini», sostiene Giancarlo Leone, vice direttore generale Rai e direttore dell’Intrattenimento, ospite del programma radiofonico “Un Giorno da Pecora” su Radio 2. «Forse qualche volta da noi, come a La7, ha ecceduto», spiega il manager Rai, parlando già da direttore generale, ruolo al quale è candidato, «la satira è bella se riesce a confinarsi entro un limite soggettivo che ognuno ha. Lui è bravissimo, ma qualche volta gli scappa qualcosa di troppo». Insomma, fuori e dentro l’agone della politica è davvero il momento dei comici. Al punto che oggi non sai più chi faccia ridere davvero, se Maurizio Crozza e Bersani.

di Enrico Paoli

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