Il Pil segna una flessione dello 0,2%. Il ministro delle Finanze, George Osborne: "Non abbandoniamo il piano di austerity"
La crisi economica non risparmia nemmeno la Gran Bretagna. Che entra di nuovo in recessione.
Infatti il Pil segna una flessione dello 0,2% nel primo trimestre dell’anno dopo la contrazione dello 0,3% registrata a fine 2011.Gli analisti avevano stimato una crescita dello 0,1%, ma avevano visto male. Per il Regno Unito si tratta di un ritorno alla recessione da cui era uscita nel terzo trimestre 2009 dopo cinque contrazioni consecutive nel periodo peggiore della crisi seguita al crac Lehman Brothers.
Nei primi tre mesi dell’anno la flessione del pil è stata causata soprattutto dal cattivo andamento del settore delle costruzioni che è calato del 3% registrando la peggiore performance dal primo trimestre 2009. Male anche la produzione industriale che ha ceduto lo 0,4%.
A controbilanciare questo scenario non è bastato il +0,1% del settore servizi. Il ritorno in recessione, che non era stato escluso dalle previsioni della Banca d’Inghilterra, è destinato a creare problemi al governo di David Cameron alle prese con una delicata trattativa per centrare gli obiettivi di finanza pubblica.
Il ministro delle Finanze, George Osborne ha presentato un piano aggressivo di aumenti delle tasse e tagli di spese che ha già attirato vivaci critiche dall’opposizione preoccupata delle possibili ripercussioni sulla crescita. Secondo Osborne, "l’unica cosa che renderebbe la situazione anche peggiore, sarebbe abbandonare il nostro piano credibile di austerity. Nel corso degli anni questo paese ha costruito enormi debiti che ora siamo costretti a pagare. Questo è molto più difficile quando una parte consistente d’Europa è in recessione o vicina ad esserci".
di Luisa de Montiis, da Il Giornale
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