I Colonnelli depongono il Cav: "Non si ricandiderà"

I Colonnelli depongono il Cavaliere. Il Cavaliere. Questo, in estrema sintesi, il succo dell'ennesimo giorno di dibattito tra gli Azzurri. Le parole più significative sono quelle di Maria Rosaria Rossi, deputato del Pdl, fedelissima di Silvio Berlusconi, di cui era assistente: "Allo stato attuale delle cose non intende ricandidarsi premier alla prossime elezioni politiche", ha spiegato a margine del processo Ruby. A chi insisteva chiedendo se il Cav vuole davvero ributtarsi nella mischia in prima persona, spiegava: "Al momento non si evince. Non sta nella sua volontà. E poi ha designato un nuovo personaggio che è Angelino Alfano. Noi abbiamo bisogno di lui, ma non gli consiglierei di candidarsi". Le parole della Rossi - che il Cav lo conosce molto bene - sono chiare: Silvio non scende in campo. Ma quella frase, "allo stato attuale delle cose", lascia aperto uno spiraglio che continua ad agitare il partito. Oggi, marteì 26 giugno, è il ghiorno del chiarimento con Berlusocni che affronterà i dirigenti del Pdl per chiarire definitivamente la sua possizione. Non ci sarà molti tempo perché il Cavaliere sarà poi a Palazzo Chigi dove incontrerà Monti alla vigilia del vertici del Bruxelles e dei voti di fiducia sulla riforma del lavoro.   Quella di oggi, martedì 26 giugno, è una giornata importantissima per il futuro del Pdl: dopo le dichirazioni di Berlusconi dei giorni scorsi che aveva lasciato intendere di voler scendere in gioco, i colonnelli del partiti hanno dato manifestazioni di insubordinazione. Manifestazioni che hanno dato parecchio fastidio al Cavaliere tanto che l'ex premier si sarebbe sfogato anche a cena con alcuni imprenditori invitati a Villa Gelmetto, lunedì 25 giugno per cena: "Non ho alcuna intenzione di ricandidarmi ma finirò per essere costretto a farlo se non viene fuori una leadership alternativa. Il partito senza di me non riesce a camminare da solo.."
 Gasparri: "Non si candida" -Tutti contrari: da Cicchitto a Gasparri, dalla Meloni a Corsaro, poi è arrivata anche la chiusura della Gelmini.  Sul tema è tornato a parlare Maurizio Gasparri: "Non credo che Berlusconi si ricandiderà. Non ci ha mai comunicato questa intenzione". Così il capogruppo Pdl al Senato nella trasmissione radiofonica Un Giorno da Pecora. Quindi avanti tutta verso le primarie? "Sì, lui ha sempre manifestato questa intenzione con noi. Abbiamo un milione e duecentomila iscritti, penso che alle primarie possa venire anche un numero maggiore di questo. Le primarie però portano ad una maggiore partecipazione se c'è una contesa tra più candidati". Gasparri poi rivela che Federico Grom, il giovane imprenditore del settore dei gelati, "potrebbe essere un candidato per il Parlamento. Abbiamo già candidato degli imprenditori". E Vittorio Feltri parteciperà alle primarie? "Non mi pare sia interessato". In precedenza Gasparri aveva ribadito il suo "no" alle liste civiche che ingolosiscono Berlusconi: "Le primarie si faranno il prima possibile, tra settembre e ottobre. Condivido la necessità di un cambiamento generazionale che Berlusconi non ha voluto solo condividere, ma addirittura promuovere. Berlusconi è il presidente del Popolo della Libertà, non ha bisogno di liste civiche. Il discorso che Berlusconi sia a capo di una lista civica è un'ipotesi inesistente".
Bondi stupito - Sempre in tema di liste civiche, luned' 2 5giugno è arrivata la bocciatura di Vittorio Sgarbi firmata da Fabrizio Cicchitto, che ha definito il critico d'arte (al cui nome, buono da giocarsi in politica, il Cavaliere starebbe pensando) un "Grillo lillipuziano". Tutti contro le liste civiche con le quali il premier si vorrebbe smarcare dal Pdl: è in questo contesto, così, che comincia a farsi strada l'ipotesi di un Predellino-bis, ossia una rifondazione del Pdl con cambio di nome e di strategia. Ma i Colonnelli azzurri sembrano malsopportare il ritrovato protagonismo del Cavaliere. Al fianco di Berlusconi (oltre a Giancarlo Galan che esultò per il suo ritorno in campo) si schiera soltanto il fedelissmo Sandro Bondi: "Non posso nascondere il disagio e lo stupore che ho provato leggendo certe posizioni che rassomigliano a veri e propri altolà rispetto alle determinazioni che il presidente Berlusconi vorrà assumere, come sempre, nell'interesse del nostro partito e dell'Italia". Una posizione "intermedia" è quella presa da Michaela Biancofiore, vicina al Cav, che prova a conciliare le due anime azzurre: "Le semplificazioni giornalistiche di queste ore, fomentate da coloro che pensano di poter vantare rendite di posizione tentando di mettere un cuneo tra il segretario politico e il Presidente del Pdl, mi spinge a ricordare l’ovvio per me: chi sta con Berlusconi sta con Alfano e viceversa". Una via diplomatica, quella della Biancofiore, per schierarsi tra coloro che desiderano un Pdl targato Alfano.

da Libero

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