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Clinton spinge Obama smontando le tesi di Romney
"Nessuno avrebbe potuto riparare in soli
quattro anni i danni che ha trovato quando è stato eletto. Voglio un
uomo che creda senza alcun dubbio che possiamo ricreare il sogno
economico americano". Grande attesa per il discorso di Barack Obama
Oggi però il presidente si affida al
"vecchio Bill" per restare alla Casa Bianca. Clinton sale sul palco
della Time Warner Cable Arena, a Charlotte, e per 50 minuti tiene banco.
Non bada ai sentimenti, non è roba per lui. Il suo punto forte (e punto
debole per Obama) è l'economia. "It's the economy, stupid"
è il famoso slogan con cui impallinò George H. Bush. Il repubblicano
nel 1988 aveva affermato solennemente: "Guardate le mie labbra: niente
nuove tasse". Poi invece le aumentò. E gli americani lo mandarono a
casa. Negli ultimi 80 anni è capitato solo due volte che un presidente
non sia stato confermato dopo 4 anni: nel 1980 con Carter e con Bush nel 1992. Obama vuol fare di tutto per non diventare il terzo.
E' un discorso appasionato quello di Bill Clinton. Difende a spada tratta le scelte fatte dai democratici in questi quattro anni. E lancia fendenti contro gli avversari: "Dopo il disastro ereditato dalla destra al governo, nessuno avrebbe potuto sanare la situazione in 4 anni". Un parziale mea culpa
che in buona sostanza vuol dire questo: i risultati non sono
eccezionali ma essendo finiti così in basso era impossibile fare
miracoli. Ma le premesse per una ripresa ci sono: "Obama ha
ereditato un'economia profondamente danneggiata, ha messo una rete sotto
la caduta libera, ha dato inizio alla lunga via per la ripresa e ha
gettato le fondamenta di un'economia più moderna, meglio bilanciata che
produrrà milioni di posti di lavoro, aziende solide e nuova ricchezza
per chi innova".
Uno dei punti su cui i repubblicani attaccano di più Obama è la riforma della sanità. Ed ecco che Clinton cerca di spiegarne l'importanza agli americani:
"Oggi milioni di ragazzi e di anziani hanno una copertura sanitaria. E i
lavoratori e le imprese hanno risparmiato tanti soldi sul mercato delle
assicurazioni". Poi dice perché è importante difendere il programma del Medicare (la mutua per gli anziani), che i repubblicani (ma in special modo Paul Ryan) vogliono far saltare: "Se vince Romney Medicare va in bancarotta già nel 2016. Noi dobbiamo impedirlo". Un altro tema forte, forse il tema più importante, il lavoro.
Obama dice che storicamente i democratici hanno creato più posti di lavoro. E bacchetta la destra: "Con la povertà dei cittadini non ci potrà mai essere sviluppo". Cosa fare dunque? La ricetta di Bill è presto detta: "Per
risolvere i problemi bisogna sempre lavorare assieme. Bisogna votare
Obama perché sta continuando a cercare sempre una collaborazione
costruttiva con i repubblicani. È così che si fanno funzionare le cose",
aggiunge l'ex presidente, che in termini di "coabitazione" (lui al
governo, la destra in maggioranza al Congresso) ha una certa esperienza.
Bill strappa un sorriso quando con una battuta cita - senza nominarla - sua moglie Hillary,
che nel 2007-2008 contese fino alla fine la nomination democratica a
Obama. I due, ovviamente, non si amavano. Anzi, tra loro era un continuo
battibecco, esasperato dalla competizione. Poi, però, hanno lavorato
insieme alla Casa Bianca. E Bill ci tiene a ricordarlo: "Obama ha
avuto il merito di mettere nel suo governo molte personalità che
all’epoca non votarono per lui. Ha assunto persino mia moglie". E
dall'ex First lady a quella attuale, un'altra battuta a effetto: Barack
merita la rielezione "perché ha avuto il buon senso di sposare una
donna come Michelle".
Rivolgendosi agli americani Clinton pone loro una domanda secca: "In che tipo di Paese volete vivere?".
Poi indica due opzioni: "Se volete un Paese in cui ognuno è per proprio
conto e il vincitore si prende tutto, dovete votare per i candidati
repubblicani. Se volete un Paese in cui la prosperità e la
responsabilità sono condivise, una società fondata sul principio del
'siamo qui insieme' dovete votare per Obama e Biden". Ed ha ribadito un
concetto chiave già toccato da Michelle Obama: "Se volete un Paese dove il sogno americano
è ancora vivo e gli Stati Uniti restano la forza trainante per la pace e
la prosperità in un mondo molto competitivo dovete votare per Obama".
"Io ci credo dal profondo del cuore, - conclude Clinton - che
riporteremo Obama alla Casa Bianca. E se volete che non ci siano più
differenze tra ricchi e poveri, tra bianchi e minoranze, se volete un
futuro di sicurezza economica e di prosperità, allora dovete votare
Barack Obama. Negli ultimi 200 anni siamo sempre usciti più forti da
ogni crisi, da ogni momento di difficoltà. Se staremo uniti ci
riusciremo anche stavolta". Standing ovation per l'ex presidente,
la cui popolarità rimane ancora molto alta. Ora tocca a Obama. Dovrà
toccare le corde giuste e convincere gli americani che il sogno del
cambiamento non è morto. E, soprattutto, che senza di lui alla Casa
Bianca le cose potrebbero andare decisamente peggio.
di Orlando Sacchelli, da Il Giornale
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