Renzi, Quirinale e il ritorno del Mortadella

L'arida estate 2012 sta conducendo al termine e nulla di nuovo o di straordinario si presenta sullo scacchiere politico attuale. Il professor Monti detiene ancora pieni poteri benché non sia riuscito nell'intento di poter portare l'Italia fuori dalla CRISI.
Il Presidente Napolitano barcolla, ma non molla il suo seggio al Quirinale (come si dice .... " il solito comunista"), insediato da giornali e giornalisti che cercano di far venir fuori le fantomatiche intercettazioni sulla trattativa Stato-Mafia, si pensa un tempo condotta da esponenti della DC tra i quali l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, che, secondo voci, si pensa che abbia scambiato lunghe chiacchierate al telefono con il re "Giorgione".
Mentre il Quirinale è infestato di problemi, Mario ancora cerca di trattenere le lacrime per la presunta fine della sua storia idilliaca con la "Cancelliera", speriamo di una futura Repubblica di Weimar.
Tornando nella penisola, nella sede del Partito Democratico nelle ultime settimane si è avvertita una forte scossa che secondo Bersani e D'Alema ha come epicentro la città di Dante e Donatello.
Il "rottamatore", figlio della vecchia politica democristiana, Matteo Renzi lancia la sfida alla segreteria CattoComunista del Pd, mostrando ai suoi possibili elettori la volontà di cambiare tutto, inserendo solo giovani nelle file del partito.
Zitto, zitto, calmo, calmo torna dal letargo un strano mammifero sdentato e dormiglione: "il MORTADELLA", che aspirerebbe a sostituire il Re Giorgione.
La Militanza non va in Vacanza, come slogan non passa mai di moda, ma quando in Italia si parla di Spread, di Merkel, di Napolitano, Prodi e via dicendo, i giornalisti si dimenticano di parlare di cose che succedono nel mondo.
Questa è la politica che non vorresti definire con il termine di Politica, con la "P" maiuscola.
La politica che noi giovani sogniamo e cantata da un gruppo di musica alternativa che intitola la sua canzone Patria: 
"C'è un popolo che lotta per la sua terra contro la droga e lo straniero
Mentre tu giochi a fare il pacifista pensando solo al dio denaro!

La mia patria è un impero con lo sguardo fisso al sole!
È una legione, la tradizione, è una visione, è un codice d'onore!
La mia patria è là dove si combatte per la mia idea!
È una comunità, è un'identità, la mia patria è questa qua!"

Il popolo, che lotta, sono gli italiani, che alla mattina si svegliano per andare a lavorare, a produrre, a sostenere le aziende e i posti di lavoro, a lottare contro i tagli di Banchieri, affinché i loro figli abbiano un futuro migliore.
Si lotta contro la droga, come simbolo di anticonformismo al sistema delle mafie, della criminalità e delle dipendenze malate, si lotta contro lo straniero non colui che ha tradizioni o caratteristiche psicosomatiche diverse dalla nostre, ma verso colui che danneggia gravemente la tua Patria, contro chi schiavizza, contro chi semina il terrore, contro chi spaccia, loro sono i veri stranieri che non sono degni di essere chiamati Italiani.
Con questo vi lascio con la speranza che un ragazzo possa avvertire dentro di se il sentimento di essere parte di un Grande Popolo.

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