Io “epurato” dico no al cannibalismo elettorale


Come prefigurato, il mio nome non appare in nessuna lista elettorale. La non-notizia è stata accolta in vari modi, in assenza di un mio commento. C’è chi è stato contento interpretando l’esclusione come una mia sconfitta. E le persone in questione, sia chiaro, sono tutti ex-An. C’è chi l’ha accolta con sollievo, felicitandosi con me per non aver associato – o a dire il vero subordinato – il mio nome ad altri che ritenevano poco gloriosi. Fatto sta che, da oggi, non dovrò più rispondere alle decine di mail imbecilli che mi accusano di far parte della Casta. Si dica comunque quel che si vuole. Non posso però accettare di essere direttamente o indirettamente strumentalizzato a fini di campagna elettorale: questo sì è un insulto. Non condivido ovviamente la visione assolutamente positiva espressa dal mio amico Alberto Giorgetti  secondo la quale i candidati scelti per essere eletti nel Pdl siano tutti competenti e “con una storia”. Questa definizione non si applica nemmeno a “tutti” i candidati che vengono da An, dove esistevano le stesse logiche malate di mala-selezione che nel Pdl sono sicuramente risultate esagerate dai grandi numeri. Anche in An c’erano i miracolati, i portaborse nominati generali, le segretarie “meritevoli”. Molti meritevolissimi ex-An (e non parlo certo di me) sono stati esclusi da posizioni sicure o sostituiti da persone meno adeguate, impossibile negarlo. Prendere questo a pretesto per dire che ora bisogna votare un’altra lista, pur sempre “berlusconiana”, per permettere l’elezione di chi ha adottato altre strategie, assolutamente legittime ma comunque finalizzate alla rielezione di se stessi, è cannibalismo. Ed è un cannibalismo per il quale chi ci voleva fuori dal Pdl già ci ride dietro, sottolineando come la falcidie di candidati ex-An abbia causato uno smottamento dell’ultimo giorno di decine di aspiranti candidati che si sono affrettati a congiungersi ad altre liste. Il commento è stato che gli ex-An potevano ammazzarsi tra di loro per rubarsi qualche centinaio di voti… ma tanto qualunque cosa facessero i voti andavano  comunque a Berlusconi. Tutto ridotto quindi a una lite da pollaio tra i soliti fratelli coltelli. Quelli che avevano una storia comune e l’hanno subordinata a tatticismi personali. Infine sia chiaro ai molti “fan” che mi hanno manifestato la loro delusione in questi giorni che non sono più disponibile a prestare il mio nome come bandierina o foglia di fico di ambizioni personali altrui: con questo sacrificio ho già fatto eleggere negli anni decine di persone, di cui forse il dieci per cento non mi ha fatto pentire d’averlo votato e soprattutto di aver garantito per lui o lei. Quindi, per favore, fate tutti uno sforzo di dignità, dire: «Hai visto? Marcello non l’hanno messo in lista, quindi vota per me» fa schifo almeno quanto dire: «Marcello non l’hanno messo in lista, meglio così perché invece ci hanno messo me…».

di Marcello de Angelis, da Il Secolo d'Italia

Commenti