E’ quanto dichiara Chiara Colosimo, candidata alla Camera dei Deputati con Fratelli d’Italia nella Circoscrizione Lazio 1. Ma il diritto alla vita va difeso – prosegue - ed è per questo che innanzitutto dovremmo rivedere e smontare il sistema della custodia cautelare, che rappresenta una vera e propria anomalia tutta italiana: il 50% dei detenuti italiani, esattamente il doppio rispetto a qualsiasi altro paese europeo, è in custodia cautelare, cioè in attesa di giudizio. Inoltre ritengo che molti problemi legati al sovraffollamento potrebbero essere risolti con la scelta di pene alternative e rivendendo le misure di detenzione degli immigrati. Inoltre, oltre il 36% della popolazione carceraria è costituita da stranieri, di cui una buona parte entrati in Italia senza i permessi previsti dalla legge Bossi-Fini: ritengo sia opportuno che in accordo con gli Stati di provenienza, i suddetti detenuti scontino la loro pena nella loro nazione”. “Alcuni detenuti sono in carcere per misura cautelativa – conclude - sono imputati e potrebbero essere assolti, quindi dimostrarsi innocenti; alcuni sono in carcere perché condannati, quindi colpevoli. Alcuni hanno famiglia, altri sono soli. Alcuni hanno reiterato il reato, altri hanno sbagliato per la prima volta. Alcuni sono pentiti, altri no. Tutti però sono esseri umani, e questo non dobbiamo mai dimenticarlo.
E’ quanto dichiara Chiara Colosimo, candidata alla Camera dei Deputati con Fratelli d’Italia nella Circoscrizione Lazio 1. Ma il diritto alla vita va difeso – prosegue - ed è per questo che innanzitutto dovremmo rivedere e smontare il sistema della custodia cautelare, che rappresenta una vera e propria anomalia tutta italiana: il 50% dei detenuti italiani, esattamente il doppio rispetto a qualsiasi altro paese europeo, è in custodia cautelare, cioè in attesa di giudizio. Inoltre ritengo che molti problemi legati al sovraffollamento potrebbero essere risolti con la scelta di pene alternative e rivendendo le misure di detenzione degli immigrati. Inoltre, oltre il 36% della popolazione carceraria è costituita da stranieri, di cui una buona parte entrati in Italia senza i permessi previsti dalla legge Bossi-Fini: ritengo sia opportuno che in accordo con gli Stati di provenienza, i suddetti detenuti scontino la loro pena nella loro nazione”. “Alcuni detenuti sono in carcere per misura cautelativa – conclude - sono imputati e potrebbero essere assolti, quindi dimostrarsi innocenti; alcuni sono in carcere perché condannati, quindi colpevoli. Alcuni hanno famiglia, altri sono soli. Alcuni hanno reiterato il reato, altri hanno sbagliato per la prima volta. Alcuni sono pentiti, altri no. Tutti però sono esseri umani, e questo non dobbiamo mai dimenticarlo.
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