Ci vorrebbero ore per ripercorrere la
lunghissima catena di errori e pressappochismo che hanno caratterizzato
l’operato del governo sulla vicenda. A partire dall’atteggiamento tenuto
fin dall’inizio, quando il Governo ha dichiarato formalmente che
l’India stava trattenendo senza alcun diritto due propri militari, ma a
fronte di questa violazione palese e dichiarata al cospetto del mondo,
decideva di tenere un atteggiamento remissivo. Praticamente un chihuahua
da salotto che abbaia rumorosamente, ma si guarda bene dal rischiare di
mordere. Un atteggiamento ben diverso da quello tenuto da ben altre
Nazioni in situazioni ben più gravi dell’incidente di quella occorsa
alla nave Lexie. E guardate, il riferimento alla tragedia del Cermis,
quando un soldato straniero del quale non abbiamo mai neppure conosciuto
il nome uccise decine di italiani, è un riferimento puramente voluto.
Non si trattava neanche di acque internazionali, si trattava di suolo
italiano. Eppure l’Italia aveva argomenti molto convincenti da far
valere. L’ho chiesto più volte fin dall’inizio, il Governo italiano
avrebbe dovuto chiedere immediatamente la convocazione del Consiglio
della NATO per denunciare un atto di ostilità nei confronti dell’Italia e
pretendere una presa di posizione comune. Esattamente come avrebbe
dovuto porre la questione in sede europea e chiedere l’adozione di
sanzioni commerciali qualora l’India si fosse ostinata nella violazione
del diritto internazionale a danno di uno degli Stati membri
dell’Unione. Perché noi non facciamo parte della NATO semplicemente per
mandare i nostri ragazzi a morire in Afghanistan o per prestare il
nostro territorio alle basi americane e non facciamo parte dell’Unione
europea solo per farci dare ordini dalla Banca centrale europea e dalla
Commissione. Noi facciamo parte di organismi sovranazionali per poter
contare sulla loro disponibilità nei momenti di difficoltà. Ed è
esattamente quello che avremmo dovuto fare.
E qualcuno spieghi a quel genio di
Micheal Mann, portavoce della Ashton, che ha dichiarato che “l’UE non fa
parte della disputa legale tra Italia e India”, che l’Unione non è
soggetto terzo tra Italia e India, giacché a differenza dell’Italia
l’India non fa parte dell’Unione europea e a differenza dell’Italia,
l’India non versa miliardi di euro nelle casse dell’Unione europea ogni
anno.
Noi chiediamo che venga fatto adesso
quello che non è stato fatto finora e chiediamo che ciascuno si prenda
le proprie responsabilità nella gestione vergognosa di questa
vicenda. Abbiamo apprezzato le dimissioni del ministro Terzi, a cui va
dato atto di essere stato l’unico ad avere un estremo sussulto di
dignità istituzionale. Ma è un esempio che altri dovrebbero seguire.
Vede Presidente Monti, l’art. 59 della Costituzione italiana dice che
possono essere nominati senatori a vita quei cittadini che, cito
testualmente, “abbiano illustrato la Patria per altissimi meriti”. Ecco,
noi crediamo che per la sua condotta lei sia incompatibile con le
caratteristiche che si richiedono a un senatore a vita, e per questo
chiediamo la sua rinuncia immediata a un titolo che non merita".
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