La Bonino abbandona i marò: avranno un processo veloce e giusto in India


16 magg – La strada per risolvere la crisi tra l’Italia e l’India sulla vicenda dei due marò è quella di un processo veloce e giusto a New Delhi.
Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino in Parlamento, auspicando al tempo stesso che il governo italiano affronti quanto prima i problemi della sua giustizia, più volte denunciati dal tribunale dei diritti dell’uomo di Strasburgo, perché non si può chiedere all’estero quello che viene spesso disatteso in Italia.
I due fucilieri di marina, accusati di avere ucciso due pescatori indiani mentre erano in missione antipirateria a bordo di una nave commerciale italiana, “saranno sottoposti ad una nuova procedura di indagine a New Delhi che dovrebbe durare due mesi e in applicazione di una legge che esclude la pena di morte“, ha detto il ministro in un’audizione alle commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato.
“Un processo fast and fair è la strada da seguire, bisogna trovare un modo per portare a casa marò e questa strada di dialogo e fermezza ci potrà consentire di risolvere la questione”, ha aggiunto.
L’Italia sostiene che la sparatoria sia avvenuta in acque internazionali e che la competenza a giudicare dei militari nell’esercizio delle loro funzioni spetti alla giustizia italiana.
Il precedente ministro degli Esteri Giulio Terzi si era dimesso in segno di protesta contro la decisione del governo di far rientrare i due militari in India, dove sono sottoposti ad un regime di semilibertà per essere processati di omicidio.
“Ma bisogna adeguare le richieste esterne con le pratiche interne”, ha subito aggiunto la Bonino. “Questa situazione di essere i primi ad essere condannati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sulla lunghezza dei processi, la violazione dei diritti della difesa e la situazione carceraria è intollerabile umanamente e spero che il governo intervenga”.

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