È quanto dichiarano gli europarlamentari di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza e Marco Scurria.
«Abbiamo
già subito gli effetti nefasti di un allargamento ad Est frettoloso e
senza controlli, che in una notte ha portato in Ue decine di milioni di
cittadini europei provenienti da Paesi con situazioni socio-economiche
troppo diverse dalla nostra. Crediamo nel futuro europeo della Croazia
ma non vogliamo che il governo commetta lo stesso errore che fece Prodi
con la Romania. La Croazia non è la Romania, ma nemmeno l'Italia di oggi
è quella di cinque anni fa. E chiediamo che la moratoria venga decisa
anche per i prossimi Paesi balcanici candidati all'adesione all'Ue
(Macedonia, Serbia, Montenegro e Albania), alcuni dei quali presentano
situazioni ben più critiche della Croazia. Chiediamo, infine, che venga
definitivamente risolto il problema dei beni degli esuli
istriano-dalmati. Più di mille famiglie sono ancora in attesa di
rientrare in possesso di ciò che hanno dovuto abbandonare. Mentre altri
36 mila sono in attesa degli indennizzi o della rivalutazione dei beni.
Chiediamo inoltre all'Unione Europea di vigilare sulla piena tutela
della minoranza italiana che in questi anni ha subito una costante e
continua marginalizzazione e pretendiamo dal governo Letta iniziative di
tutela e valorizzazione della comunità, della lingua e della cultura
italiana in Croazia», aggiungono Fidanza e Scurria.
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