A
scanso di equivoci l’Officina non sarà un’altra sigla destinata a
prendere il posto di Fratelli d’Italia. Sarebbe stupido dal punto di
vista del marketing politico e sarebbe irrispettoso dell’impegno e del
coraggio di chi si è lanciato senza paracadute in questi mesi.
Sarà
invece il luogo di incontro di alcune delle personalità che hanno
animato questo 15 settembre ad Atreju e di altri ancora che si vorranno
aggregare.
Donne
e uomini di destra, certo.. Ma anche cattolici, liberali e liste
civiche, nel solco della missione politica che ci demmo nel ’94 con la
nascita di Alleanza Nazionale e che abbiamo forse ingenuamente creduto
potesse rappresentare il PdL.
Donne
e uomini che saranno protagonisti della seconda fase di Fratelli
d’Italia, dal cui ruolo e dal cui simbolo (adeguatamente integrato, se
necessario) nessuno pensa di poter prescindere.
È
significativo che questo percorso parta con l’apertura di un luogo in
cui si confrontano idee e non con l’attribuzione di incarichi e
mostrine.
Certo,
bisognerà far lavorare bene i nostri cervelli per trovare una sintesi
alta su alcuni temi sui quali abbiamo ascoltato sensibilità differenti,
ma quando diciamo che vogliamo costruire una “cosa vera” intendiamo dire
che non dobbiamo avere paura di sciogliere alcuni nodi e provare a
declinare al meglio identità e programmi di questo soggetto politico.
L’intervento,
di sostanza e di passione, con il quale Giorgia Meloni ha delineato il
percorso ha già dato uno spaccato significativo.
Linguaggi
e temi in parte dimenticati da una destra che nella sua fase calante,
nel PdL e fuori da esso, ha pensato più al posizionamento che alla
battaglia delle idee.
La
polemica aspra sul ruolo delle banche, la rivendicazione di un’Europa
diversa da quella del rigore cieco che umilia i popoli, la battaglia
contro sprechi e privilegi per restituire un futuro alle nuove
generazioni, il richiamo ad amare la Patria come terra dei padri e a
preservare le bellezze e le risorse, un’attenzione rinnovata alle
tematiche economiche a lungo trascurate.
Al
resto ci hanno pensato gli altri appassionati interventi della
mattinata. Si parte da un lucidissimo Paolo Del Debbio che invita ad
affrontare leadership e programma, i due tabù del centrodestra, e
critica gli yes-men di Forza Italia. Si prosegue con le sferzate di
Magdi Cristiano Allam a difesa di sovranità, radici cristiane e valori
non negoziabili. Sbuca Oscar Giannino, tirato a lucido dopo l’infortunio
della campagna elettorale, e da “fottuto liberale anti-statalista”
(ipse dixit) tocca le corde giuste dell’anima più pop del centrodestra,
dalle tasse ai marò. Guido Crosetto prende in braccio Antonio Guidi e lo
accompagna giù dal palco dopo minuti di vibranti applausi per un uomo
coraggioso che si schiera a gran voce dalla parte dei deboli contro il
falso solidarismo della Kyenge e compagni.
Capita
anche che un ex ministro del governo Monti, Giulio Terzi, ci metta in
guardia dalla degenerazione della finanza speculativa; che un pezzo di
storia della destra sociale come Gianni Alemanno, fugacemente folgorato
dal montismo, si intesti la battaglia per rimettere in discussione i
vincoli dell’Euro; che un insospettabile come Giuseppe Cossiga ci
spieghi come sia tempo di superare l’anomalia italiana per cui la destra
non si può chiamare destra ma ci deve aggiungere sempre il centro.
Senza
dimenticare che le giornate precedenti avevano visto alternarsi sul
palco un rigenerato Giulio Tremonti, i cui libri più che l’operato da
ministro, rappresenterebbero più di un manifesto culturale per la nuova
destra, Flavio Tosi con cui daremo battaglia per ottenere le primarie
del centrodestra, nonché alcuni big dell’economia a partire dal
presidente di Confindustria Giorgio Squinzi a testimoniare l’attenzione
verso questa piccola ma coriacea pattuglia di italiani per bene che non
si rassegnano a larghe intese, declino economico e abisso morale. Non è
mancato nemmeno l’endorsement di una penna brillante e corrosiva come Filippo Facci.
Caos
creativo, flusso di autocoscienza, passione infinita per la buona
Politica che si nutre di valori eterni. Tanta gente con gli occhi vivi
di chi oggi ha ricominciato a sperare. Sono gli occhi dei volontari che
hanno consentito di realizzare la manifestazione più bella nell’ambito
del centrodestra; gli occhi di chi
ha creduto in Fratelli d’Italia dal primo momento e ha avuto conferma
che non ci fermiamo e anzi andiamo avanti; gli occhi di tanti orfani di
An che ancora poche ore fa ci guardavano circospetti e ora hanno capito
che c’è una casa vera per loro e persino una leader spendibile come
Giorgia Meloni che può crescere ancora tanto; gli occhi di tante persone
comuni che a fine giornata ti fermano e ti dicono “forse non ho ben
capito dove ci porterete ma mi avete fatto battere il cuore e non
capitava da anni”.
La strada è segnata. Ora abbiamo bisogno di tanti altri cuori che ricomincino a battere.
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