E’ quanto ha dichiarato oggi alla
Camera Marcello Taglialatela, deputato di Fratelli d’Italia, illustrando
un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Integrazione Cécile
Kyenge.
“Le restrizioni introdotte - ha
proseguito Taglialatela - riguardano l'abolizione del tasso agevolato
che le banche dovevano concedere ai richiedenti; l'aumento sia del
reddito minimo percepito dai richiedenti, sia della metratura massima
dell'immobile da acquistare; l'abrogazione della norma sul divieto di
cartolarizzazione dei mutui garantiti dal fondo.
Ma la modifica più eclatante,
tuttavia, attiene al criterio per far sì che il fondo andasse
effettivamente a beneficio dei giovani precari: l'indicazione, tra i
requisiti per avanzare la richiesta di mutuo a valere sul fondo, che 'non
più del 50 per cento del reddito complessivo imponibile ai fini irpef
deve derivare da contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato' viene modificata, diventando solo un criterio preferenziale 'in presenza di domande pervenute nella stessa giornata e di contestuale parziale indisponibilità delle dotazioni del Fondo'".
Taglialatela
si è dichiarato insoddisfatto dalla risposta del ministro Kyenge: “mi
auguravo una risposta diversa. Lei ha parlato come un direttore di
banca, perché le vostre modifiche al decreto aiutano solo le banche; se
non diamo un tasso agevolato, il fondo non ha significato. Appare
evidente, quindi, come il fondo e il suo utilizzo siano stati distratti
dalla loro originaria finalità di aiutare i giovani precari che hanno
difficoltà a ottenere dei mutui. Con questo decreto – ha concluso
Taglialatela - il governo fa un favore alle banche a scapito dei
giovani”.
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