"Noi non crediamo nell’Unione Europea, crediamo nell’Ungheria, e consideriamo l’Unione Europea da un punto di vista secondo cui, se facciamo bene il nostro lavoro, allora quel qualcosa in cui crediamo, che si chiama Ungheria, avrà il suo tornaconto". Viktor Orbàn
Quello che
i signori della finanza non hanno considerato è che il presidente
Orbàn, a capo dell’alleanza tra il Fidesz (Fiatal Demokraták
Szövetsége-Alleanza dei giovani democratici )e il KDNP
(Kereszténydemokrata Néppárt- Partito del popolo cristianodemocratico) è
stato eletto con il 52,73%, garantendosi due-terzi del parlamento e la
possibilità di modificare la vecchia costituzione di stampo Sovietico
(come chiestogli dai suoi elettori), spazzando via lavversario Attila
(!) Mesterházy , leader dei Socialisti Ungheresi (19,3 %), rei di aver
nascosto nel 2006 alla popolazione, quando a capo del governo vi era
proprio il leader socialista Ferenc Gyurcsány, la grave crisi
economica che si stava delineando e che aveva permesso al partito
Socialista di vincere le elezioni.
Proprio la
questione della modifica della costituzione da parte di Orbàn ha fatto
insorgere i “democratici”” di mezzo mondo: gli americani (quelli di
Guantanamo, del waterboarding, delle innumerevoli “guerre sante” in
giro per il mondo in nome del petrolio e delle armi, pardon della
democrazia …) e la UE (sì sì, quelli che hanno imposto al potere Mario
Monti in Italia, calpestando “la costituzione più bella del mondo” o
Lucas Papademos in Grecia “per far quadrare i conti”, stringendo con
leggi inique ancora di più il cappio dell’Euro al collo di milioni di
europei) si sono lacerati le vesti , come moderni Caifa , gridando allo
scandalo: trasparenza e responsabilità della corte costituzionale
(magari in Italia…), libertà di espressione limitata (ma solo a chi
mette a repentaglio “la dignità della nazione ungherese”) ,
riconoscimento della famiglia solo come unione fra uomo e donna,
divieto ai senzatetto di dormire per strada (accolti in strutture
attrezzate anche di servizi medici, tolte dal precedente governo
Socialista), obbligo agli studenti di rimanere nei primi dieci anni
almeno cinque in patria, pena il risarcimento delle tasse universitarie
(proprio come accade in Italia, no?) e, udite udite, la messa al bando
del vecchio Partito Comunista (l’unico vero regime che ha conosciuto
l’Ungheria). E poi, come si sono permessi di stampare moneta propria a
debito zero? E perché hanno bruciato centinaia di ettari di piantagioni
di mais in cui, guarda caso, sono venuti fuori pollini OGM (banditi dal
2011 in Ungheria) della multinazionale Monsanto (l’appestatrice
mondiale)?
I media
italiani, La Repubblica in testa, con un articolo datato all’11 marzo
2013, ha titolato “il tramonto della libertà, la morte dei valori
democratici e liberali del Vecchio continente” dall’Ungheria. In Italia
(e in buona parte dell’Europa) la crisi economica continua, la natalità
diminuisce e le imprese chiudono senza sosta: tasse su tasse, aumento
della disoccupazione giovanile al 40%… e in Parlamento si discute
sull’ineleggibilità di Berlusconi o sullaumento degli emolumenti di
questa classe politica inadempiente o ancora su leggi fondamentali come
quella sull’omofobia e l’eutanasia. Ma d’altronde si sa: Ubi maior…
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