Oggi la destra italiana si presenta come un arcipelago
composto da isole tutte vicine idealmente, ma lontane “partiticamente”. Gli
elettori ci chiedono un Uomo per riunirli tutti, un uomo o una donna che sia il
simbolo unico della destra italiana. Lo è stato in passato Almirante, poi Fini
e poi nessuno … Oggi con tutto il rispetto e la sincera stima per i leader
della destra politica italiana, questi non bastano, non sono in grado di poter
ricostruire la grande compagine conservatrice italiana. Giorgia Meloni può e
potrà essere il leader di una destra nazionale, ma quando vidi la stessa Meloni
che rispose a critiche, dicendo che era il turno della Generazione Atreju,
credei che si stava cambiando rotta. Il problema è stata la riproposizione di
vecchi volti che hanno fatto la loro storia, ma ormai non possono condizionare
e dettare la linea di una nuova destra, proprio loro che hanno contribuito a
distruggere la storia di un mondo nazional-conservatore.
Il fallimento delle Europee è la conseguenza chiara e lampante
dell’inserimento nelle liste di vecchi perdenti che ancora non si rassegnano a
lasciare il passo ad altri. Perché se Rauti fu un profeta della destra
giovanile, ideale e culturale, ci sono stati altri che hanno provato ad
occupare il suo posto e che non sono stati in grado di poter rendere grande la
destra sociale. Oggi questi presuntuosi, vinti addirittura da Ignazio Marino,
sono arrivati e hanno applicato la teoria del “mio, mio, mio, …”.
Anarchia, sopraffazione, prepotenza e stupidità non
sono prerogative della destra, ma sono i cancri della falsa destra.
Commenti
Posta un commento