Mentre da noi ci si balocca
sulle solite filastrocche italiche “riforme sì/riforme no”, tutt’intorno
domina lo sferragliar di scimitarre. Dall’Irak all’Ucraina la
gente muore a causa di scenari di guerra aperta. Che cosa non ha
funzionato nella politica estera delle cosiddette grandi potenze? «Dopo
la fine del mondo bipolare, ossia dopo il crollo del Muro di Berlino,
gli Stati Uniti hanno voluto ricoprire il ruolo di Superpotenza unica
mondiale. E hanno incasellato un errore dopo l’altro. Hanno cercato di
risolvere le crisi regionali a modo loro, credendo in buona fede di
avere la ricetta giusta e naturalmente favorevole agli interessi di
Washngton». Invece? «Invece già dall’antica guerra dell’Irak, sotto Bush
senior, appena dopo il crollo del Muro, gli americani non solo hanno
danneggiato gli iracheni, ma anche loro stessi, sia in termini di
strategia geopolitica che in termini economici. Hanno poi continuato
negli errori, uno dopo l’altro, in fila».
Quindi chiunque sia il
presidente (Bush padre, Clinton, Bush figlio, Obama) la politica estera
americana non cambia? «Non cambia nulla. Democratici e
repubblicani hanno esportato nel mondo la loro visione e gli avvenimenti
in Medio Oriente, in Libia, in Afghanistan, in Irak, dimostrano il
fallimento della loro politica estera. Peccato che l’Europa in generale
non lo capisca». L’Europa, appunto. Ma esiste una politica estera
europea? O l’Ue è solo espressione degli interessi bancari e delle
lobbies mondialiste dell’alta finanza?
«L’Ue non esiste, questo tipo di Europa è solo una espressione geografica,
se vogliamo usare una bella definizione di qualche tempo fa che però
riguardava l’Italia. L’Ue è una colonia americana, creata ad uso e
consumo del mondialismo e di interessi che non riguardano i popoli del
nostro vecchio continente. Prendiamo ad esempio il caso dell’Ucraina.
Grazie alla dabbenaggine dei governi europei e di quello di Bruxelles,
che appunto non fanno gli interessi dei cittadini, la situazione in
Ucraina è precipitata e assistiamo ad una guerra civile sanguinosa che
potrebbe ulteriormente aggravarsi. L’Ue non ha alcuna strategia, si è
mossa malissimo e ha pure fatto arrabbiare la Russia. Che non è affatto
isolata, come cercano di far credere in Occidente».
La Russia ha tutte le buone
ragioni per essere irritata con l’Europa, non crede? «Ma certamente.
Peraltro i russi sanno muoversi molto bene sullo scacchiere
internazionale, non soltanto sulla questione ucraina. Nel Mar
Caspio stanno reagendo bene alle continue provocazioni dei sauditi,
grandi alleati e longa manus di Washington, i quali utilizzano il
terrorismo wahabita in funzione antirussa. Nel Mediterraneo hanno preso
le parti della Siria, contro quei ribelli che hanno dimostrato ben
presto di che orribile pasta sono fatti: criminali assetati di sangue,
veri e letterali mangiatori di fegato, gentaglia armata e sponsorizzata
da chi vuole destabilizzare la Siria. E bisogna sempre guardare oltre
Oceano, anche in questo caso, per trovare chi ha sponsorizzato i
cosiddetti ribelli».
Veniamo a casa nostra. Prima delle elezioni europee ha fatto scalpore il suo appello in favore di Matteo Salvini. Specie
tra le file di alcuni elementi destroidi che non hanno digerito questa
sua scelta a favore di un leader politico e di un movimento sicuramente
non nazionalista italiano e nemmeno destrorso nel senso lato del
termine. Come mai questa svolta “leghista”, Buttafuoco? «Non
direi leghista, ma salviniana. Salvini è stato, in campagna elettorale,
l’unico capo politico a proporre idee chiare in materia di sovranità
nazionale e di identità. Matteo ha preso un partito ridotto ai minimi
termini e lo ha rilanciato alla grande lavorando come un matto e
parlando chiaro, senza retorica e badando al sodo. Io, da uomo
di destra quale sono e sempre sarò, ho condiviso molte cose dette dal
segretario leghista e quando mi è stato chiesto da un giornale per chi
avrei votato ho dichiarato senza dubbi: Matteo Salvini. E adesso, caro Matteo, vai avanti così, in Italia e in Europa».
In Europa però sono emerse difficoltà nel formare il gruppo parlamentare con Marine Le Pen:
manca infatti un rappresentante della settima nazione necessaria. «Per
fortuna la Lega e il Front National hanno lasciato perdere Farage e
tutto quello che rappresenta, ovvero una becera estrema destra alla
Oriana Fallaci, scrittrice che personalmente ho sempre aborrito, con i
suoi attacchi a senso unico contro gli islamici, utilissima alla
mondializzazione e ai veri poteri forti. Il gruppo unico per ora non
c’è? Pazienza, potranno farlo presto, ma intanto l’affinità ideologica
tra i partiti che già sono uniti rappresenta un importante laboratorio
politico anche a Bruxelles».
Un suo giudizio sul governo Renzi,
il terzo consecutivo non eletto del popolo, ma imposto dalle lobbies
internazionali. «Per caratterizzare il governo Renzi basta un solo nome:
quello del Ministro degli Esteri Mogherini. E naturalmente lo dico in
senso negativo». Anche se potrebbe diventare Ministro degli Esteri
dell’Ue? «Solo la semplice candidatura della Mogherini a questo incarico
dimostra la scarsissima autorevolezza anche di tutto l’impianto
europeo. Stendiamo un velo pietoso».
Accidenti, Buttafuoco, ma si
rende conto che lei dipinge la vicenda siriana in maniera opposta a
quella che sentiamo su tutti i tg e leggiamo su tutti i giornali?
«Chi controlla la comunicazione di massa crede di controllare il mondo.
Su queste immagini raccapriccianti, dei cosiddetti ribelli siriani che
si lasciavano andare ai peggiori atti di violenza contro il nemico
lealista, è stato deciso di far calare il velo della censura. Perché se
una cosa non viene vista in tv, semplicemente non esiste». Che vergogna,
certa grande informazione occidentale. «L’abbiamo visto anche
in Ucraina. Sulle tv russe passano i risultati dei raid aerei
dell’aviazione ucraina che mostrano civili morti e feriti, donne e
bambini compresi. Da noi invece nulla, o quasi».
da La Padania
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