La nuova minaccia si chiama ISIS
Molti parlano di guerra Santa, altri di invasione dell’Europa
e altri ancora riprendono la parola “Crociata”.
Gli europei sentono il fiato sul collo. Gli Jihadisti, così
chiamati i guerriglieri dell’ISIS, continuano di giorno in giorno ad aumentare
la loro egemonia sul territorio Siriano e Iracheno.
Mentre in Medio-Oriente si spara, i Dominus incontrastati
del mondo, cioè gli Americani, giocano a Risiko cercando alleanze nel mondo
arabo avverso al Califfato. Timore per eventuali attentati o per ripercussioni
violente investe l’Occidente, che ancora non dimentica i fotogrammi delle Twin
Towers o le bombe nelle metro di Londra o di Madrid.
Cala di nuovo sull’Occidente un clima di precarietà e di
terrore.
Ora sta al mondo degli ambasciatori e dei nostri “grandi”
rappresentanti della politica estera sconfiggere i pericoli che minano una
tranquilla esistenza del mondo civilizzato e democratico.
Questa è la conseguenza di una politica estera scellerata e
sbagliata della Nato e degli USA che hanno distrutto e sfruttato popoli e
territori senza costruire una prospettiva futura per le genti coinvolte nelle
guerre.
Fare terra bruciata
non significa portare democrazia e pace, che sono i soliti pretesti per
appropriarsi dell’oro nero.
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