Il 2015 è l’anno dei “pavoni”, uno è il neo-eletto
presidente dotato di capigliatura folta e gonfia, simbolo spesso
dell’iconografia dei democristiani di prima repubblica e l’altro non è pennuto
tanto nell’aspetto quanto nell’atteggiamento di superiorità e sfrontatezza,
infatti, il “Fonzie” fiorentino.
Dopo il risultato raggiunto con l’elezione di Sergio
Mattarella a Presidente della Repubblica, è impossibile che non si riaccenda la
discussione di una svolta presidenzialista o che preveda l’elezione diretta del
Presidente della Repubblica.
È legittimo quanto rispettoso verso gli elettori delle forze
politiche elette in seno alle istituzioni parlamentari ribadire che non è più possibile avere un
presidente espressione di una parte e avverso al centrodestra, nello specifico
a Silvio Berlusconi.
Mai Berlusconiano, mai berluscones, mai forzista, ma
obiettivo.
Renzi nel nome dell’Anti-Berlusconismo è riuscito con una mossa
astuta e maligna a escludere tutto il centrodestra e a riunire i “finti
rottamatori” con i diessini, i vendoliani e anche con i democristiani
saltellanti di Mauro e di Angelino Alfano.
Matteo “Fonzie” ha fatto scacco matto riunendo sotto di se
tutti da Sel al Nuovo Centro Destra.
Lo sbaglio di Berlusconi è stato credere che Renzi fosse il
protagonista del politicamente corretto. Non possiamo dimenticare il suo
atteggiamento nei confronti del Presidente Letta dal messaggio dei social
“Enrico stai sereno” alla destituzione dall’incarico di Primo Ministro.
Nato scorretto, per questo i giornali gli hanno affibbiato
il nomignolo di “pinocchio”, oggi Renzi prova a stendere Berlusconi con un
gancio sinistro, che naturalmente farà barcollare il “sempreverde” Silvio.
Dalle parole dei TalkShow sembra che il risultato del match
si già ben chiaro, chi vivrà vedrà.
di UmbertoGarbini
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