#jesuisDOLCEeGABBANA

Fino a pochi decenni fa, l'essere gay comportava essere un individuo border line. Spesso, se non sempre, per sfuggire alle malelingue e al perbenismo dilagante in Italia, ma anche nel mondo, dovevi vivere tenendo nascosta la tua sessualità. Ora la situazione è alquanto mutata, fortunatamente. Vi sono sempre malelingue o bigotti, e i gay non subiscono ancora soprusi (soprattutto in età adolescenziale) ma l' individuo gay, in particolare nelle grandi città, è libero di mostrare la propria sessualità, anzi spesso è libero di sbatterla in faccia a tutti, forse in maniera troppo ostentata come ai Gay-Pride. Ormai nessuna forza politica sostiene che l' essere gay sia motivo di discriminazione (ed era ora!),quasi nessuna forza politica argomenta che non sia diritto dei gay formare un legame giuridico, fra i due soggetti che porti tutti i vantaggi civili del caso alla coppia. Cosa, peraltro, fino a venti anni fa inimmaginabile e il motivo d'esistere delle varie associazioni gay (arcigay e arcilesbica). Ma ora questo sembra non più sufficiente, ora si vuole il matrimonio, equiparato a quello della famiglia tradizionale, che di per se non è nemmeno una richiesta da rigettare, ma è il nesso che viene subito dopo che fa scuotere la testa a larga parte dei cittadini italiani, il passo successivo, o meglio la richiesta successiva, quella di avere figli. Ecco nei giorni scorsi, si è espresso sull'argomento un membro della coppia gay più famosa D' Italia, cioè Stefano Dolce. Dolce dichiara: "Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c'è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”. E poi continua "Non l’abbiamo inventata mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni”. Beh che dire? Ha espresso l' opinione di molti, moltissimi, ma tralasciando la quantità delle persone che sia d'accordo con tale affermazioni, ha espresso il suo personale punto di vista su un argomento, cosa che non è vietata, almeno non nei paesi democratici. Ma subito la pioggia di lamentele via social e via internet, migliaia di attacchi, per queste dichiarazioni diciamo "politically incorrect", ed ecco anche le star scendere in campo come Elton John:"Come vi permettete di dire che i miei meravigliosi figli sono 'sintetici' Non indosserò mai più nulla di Dolce e Gabbana", seguito da #BoycottDolceGabbana, L'ex tennista Martina Navratilova ha scritto: "Wow non ne avevo idea. Bisognerà vedere se queste sciocchezze farà male al loro conto in banca #BoycottDolceGabbana". Ricky Martin:"Ho appena messo insieme tutti i miei accessori Dolce & Gabbana e voglio bruciarli". E così via, alla faccia della libertà d' espressione e alla faccia della democrazia. Libertà d'espressione che sembra ormai appannaggio esclusivo di chi si posiziona sul binario del polically correct, dei diritti per tutti, del progresso e della uniformazione a qualsiasi costo, passando sopra tutto e tutti in faccia al diritto naturale, ottenendo qualsiasi cosa a qualsiasi costo con la sola scusante: "è possibile dunque lo faccio" oggi è un bambino creato per i gay, domani sarà un bambino biondo, alto, con gli occhi chiari, senza difetti, e con un QI superiore alla media, aspetta ma non era già il sogno di qualcuno? Si alla libertà d'opinione, credo e tendenza sessuale. Si al diritto naturale e alla famiglia tradizionale. Si alle unione civili per i gay, ma normate in maniera differente dalle unioni tradizionali.
#jesuisDOLCEeGABBANA
di G.G.

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