Giusto difendere parte della propria identità nazionale

Nel secolo della globalizzazione e dell’omologazione dei popoli è necessario tenere alta la bandiera identitaria in difesa delle peculiarità tradizionali della nostra nazione.
Per questo bisognerebbe dire definitivamente basta alla filosofia del “politically correct”, che viene narrata da molti con la consapevolezza che invece l’Italia non sarà mai uno stato puramente laico e aconfessionale in quanto affonda le sue radici storiche e culturali nel cattolicesimo. 
Basti pensare che dentro la città Roma esiste un piccolo quanto importantissimo Stato chiamato Città del Vaticano e basti ricordare che fino ai primi anni novanta la prima forza politica della Prima Repubblica si chiamava Democrazia Cristiana, partito legato giustamente all’ideologia cristiano-cattolica e agli uomini del Vaticano.
Cercare di allontanare la componente cristiana dal popolo italiano è come allontanare una madre dai propri figli. Questo non significa che tutti siano o debbano essere cristiani, ma innegabile come da sempre gli italiani consapevolmente o non,  sono legati strettamente all’identità cristiana, sicuramente sottoinsieme dell’identità italiana.
Negare l’identità italiana e un particolare tratto come la componente cristiana e cattolica è, come dice Alain De Benoist, il bieco tentativo da parte dell’ideologia dominante di distruggere l’identità nazionale, che si lega appieno al concetto stesso di Libertà. L’Italia e gli Italiani oggi si trovano ad un bivio che prevede la difesa o l’abbandono della propria identità. Io difendo la mia identità e credo che il significato stesso del Presepe o del Crocifisso nelle scuole sia un elemento di crescita culturale e spirituale. Essere oggi cristiani non significa soltanto recarsi in Chiesa e pregare, ma significa anche applicare consapevolmente precetti della dottrina cattolica nella società. Se pace, fratellanza, rispetto, solidarietà sono caratteristiche offensive da parte di una religione verso le altre confessioni, allora preferisco essere offensivo anche io.

Senza provocazioni verso nessuno, ma solo disposto ad aprire un dibattito costruttivo.
Grazie

U.G.

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