Notizia di ieri è che
Berlusconi nel triennio 2008-2011 sia stato intercettato e spiato dagli USA .
Il fatto che una potenza straniera, seppur alleata, abbia spiato ed ascoltato
le conversazioni del nostro premier di allora è “aberrante”. Un fatto questo che
ci dovrebbe far riflettere ancora una volta sulla reale libertà politica,
economica e sociale del nostro paese nei confronti degli Stati Uniti. È una
circostanza che come cittadini italiani ci dovrebbe indignare fortemente, non
tanto per la palese violazione di sovranità, ma per la facilità e la noncuranza
con cui la cosa stessa viene ammessa e spiegata dal portavoce del Dipartimento
di Stato americano Mark Toner che dice: "Non conduciamo alcuna attività di
sorveglianza di Intelligence a meno che non vi sia una specifica e valida
ragione di sicurezza nazionale. E ciò si applica a cittadini ordinari come a
leader mondiali di tutti i paesi". Da WikiLeaks viene data come
motivazione del comportamento americano l'amicizia intercorsa ai tempi fra
Berlusconi e Gheddafi che a parere degli stessi ledeva i loro interessi nell'area
mediterranea. In pratica da questi fatti si evince il pensiero americano:
"Spiamo chi vogliamo, se crediamo che stia ledendo i nostri interessi
nazionali, e traiamo da ciò che carpiamo le nostre strategie (vedi caduta
governo Berlusconi)". Questo sinceramente non è essere alleati, questo è
essere uno stato satellite.
di G.G., Rubrica "Puledro Impennato"
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