Il vuoto del Movimento Cinque Stelle

Non è cattiveria nei confronti del Movimento di Beppe Grillo, ma è la sola analisi, forse di parte, più politica che si possa fare. Il problema del Movimento Cinque Stelle è emerso nella trasmissione di Lily Gruber, Otto e Mezzo, su La7 nella quale l’On. Di Battista non è stato in grado di definire una vera e propria identità e visione. Il M5S si barrica dietro ovvietà e dietro il politicamente corretto o della frangia giustizialista alla DiPietro o della “cultura” radical-chic della legalità alla maniera della vecchia sinistra post-comunista. Nel M5s si scopre ancor più il luogo della contraddizione, che si evince nella strana dicotomia tra libertà della rete e dittatura nei confronti degli eletti, “schiavizzati” dall’occhio del Grande Fratello di Casaleggio.
La condivisione di alcune battaglie e l’avversione nei confronti di certe idee bizzarre sono pensieri legittimi che si alternano nella mente dei più, se è concesso anche nella mia. Gli elettori di destra riscontrano decisionismo e incisività, mentre quelli di sinistra ritrovano temi affini al mondo socialista. La confusione è molta nel definire l’identità di un soggetto politico, che è tutto e niente. I tratti della rivoluzione arancione di De Magistris e Pisapia, del giustizialismo di Di Pietro e della negazione dei vecchi ideali dei post si mescolano in un tutt’uno omogeneo e inscindibile. Nel rispetto delle posizioni assunte dai sostenitori grillini, con mio solito scettico sguardo osservo le gesta del Movimento Cinque Stelle e non mi arrendo al nichilismo ideale e identitario avanzato dal movimento che si pone alternativo alla tradizionale contrapposizione tra destra e sinistra. Non voglio dire assolutamente che il movimento non serva a nulla, mai denigrare chi coagula consenso. Ritengo che il Movimento Cinque Stelle rappresenta il disagio, la disaffezione e la ribellione silenziosa, che non ha riempito le pizze nel nome dell’Italia libera, ma si è preferito “finanziare l’idea” vuota di due grandi comunicatori, come Grillo e Casaleggio. 

di U.G.

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