"L’era del Cav è finita, ma lui non lo sa" A sinistra stanno peggio, un valzer avvilente
Marcello Veneziani, cosa sta accadendo a Roma?
«Il problema non consistere nel definire il candidato sindaco del centrodestra, quanto più di chiudere una fase, quella dominata da Silvio Berlusconi. Tutte le cose si spiegano in questa chiave: non si può pensare che lui convochi ad Arcore i suoi alleati, come se nulla fosse accaduto, disponendo la candidatura di Roma. Berlusconi è stato il creatore e l’affossatore di un’alleanza e il suo periodo si è concluso. Ora si naviga in mare aperto e tutto diventa difficile, una coalizione è finita e all’orizzonte non si vede un progetto per sostituirla».
Per un periodo il centrodestra è stato un unico partito, il Pdl.
«Appunto. Così è cominciato il declino del centrodestra, nell’arco di pochi anni tutti i possibili leader sono stati fatti fuori o si sono suicidati. È rimasto solo Berlusconi che ha smesso di interpretare la politica del centrodestra e da questo è nato l’impazzimento che stiamo vivendo».
E Salvini?
«È preoccupato dalla necessità di chiudere con l’era Berlusconi e vede come un utile passo avanti qualunque candidatura nasca senza il suo contributo. Certo la posizione di Salvini può apparire in contrasto con la storia della Lega, ma la capisco, piuttosto che accettare un candidato nato ad Arcore e di essere ancora un affluente di una coalizione il cui leader non c’è più».
La posizione di Giorgia Meloni?
«Ha un po’ esitato, perché se da una parte molti la pressavano per candidarsi, dall’altra temeva di non entrare in ballottaggio e di bruciarsi, poi ha visto che era meglio puntare su un altro candidato, ma alla fine, visto che le carte le dava Berlusconi, ha preferito sottrarsi a questo gioco. Ora lo scenario è veramente imprevedibile: non ci sono strategie, ma solo tattiche momentanee. La certezza è che esiste un’area di opinione di centrodestra e che non è rappresentata».
Bertolaso?
«Non va da nessuna parte, le prime mosse che ha fatto sono state suicide. La dichiarazione sugli zingari e poi l’aver detto che lui, se non si fosse presentato, avrebbe votato Giachetti costituiscono due autogol clamorosi».
E allora?
«È una situazione kafkiana, la sinistra come unico dato incoraggiante ha la liquefazione della destra e viceversa. Vedo solo una devastazione, una situazione avvilente. Spero che questa partita su Roma finisca presto e si cominci a fare politica. Per Roma, dopo tanti fallimenti, dovremmo importare un sindaco dal Giappone».
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