Marco Pannella è morto

Ci ha lasciato un battagliero, un idealista e un uomo che ha creato intorno alla sua persona un ideale di libertario, un Don Chisciotte, che si avventa idealmente contro i mulini della tradizione e del costume novecentesco. Marco Pannella si è spento nella clinica dove era stato ricoverato la sera precedente a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Molti lo rappresentavano come un provocatore puro e semplice,  capace di mettere in difficoltà chiunque nello scontro verbale a partire da politici, come Andreotti, fino ad arrivare a presentatori televisivi capaci come Maurizio Costanzo.
Pannella non si curò mai del tornaconto elettorale, ma ha combattuto le sue battaglie con decisione e convinzioni spesso folli e suicide. Infatti, da non dimenticare sono le lunghe battaglie non violente da lui affrontate con scioperi della fame e della sete, che attirarono l’attenzione delle più alte cariche dello stato e lo portarono alla ribalta anche sullo scenario europeo. Nelle molteplici sue avventure Pannella ha sempre mantenuto una razionale follia, che lo ha portato in carcere o davanti ai riflettori. L’età certamente lo aveva un po’ cambiato, forse anche calmato, anche se oramai quasi fuori dai giochi, Marco Pannella ha continuato a rappresentare un simbolo di un’area politica, cultura e sociale del nostro paese, se pur minoritaria.
Non posso dire di aver condiviso sue battaglie o di aver sostenuto sue posizioni politiche, ma non posso negare di aver nutrito una certa simpatia verso il personaggio, rappresentato da questo leader, perché è strano, Pannella è stato capace di essere un leader pur non essendo sostenuto da un popolo ampio e organizzato. Di Pannella ho sempre ammirato la caparbietà e la perseveranza, non le idee. Concludo ricordando a voi lettori, che da Orvietano non posso dimenticare la vicinanza di Pannella e dei Radicali con un mio concittadino, Luca Coscioni.

U.G. 

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