Pannella non si curò mai del tornaconto elettorale, ma ha
combattuto le sue battaglie con decisione e convinzioni spesso folli e suicide.
Infatti, da non dimenticare sono le lunghe battaglie non violente da lui
affrontate con scioperi della fame e della sete, che attirarono l’attenzione
delle più alte cariche dello stato e lo portarono alla ribalta anche sullo
scenario europeo. Nelle molteplici sue avventure Pannella ha sempre mantenuto
una razionale follia, che lo ha portato in carcere o davanti ai riflettori. L’età
certamente lo aveva un po’ cambiato, forse anche calmato, anche se oramai quasi
fuori dai giochi, Marco Pannella ha continuato a rappresentare un simbolo di un’area
politica, cultura e sociale del nostro paese, se pur minoritaria.
Non posso dire di aver condiviso sue battaglie o di aver
sostenuto sue posizioni politiche, ma non posso negare di aver nutrito una
certa simpatia verso il personaggio, rappresentato da questo leader, perché è
strano, Pannella è stato capace di essere un leader pur non essendo sostenuto
da un popolo ampio e organizzato. Di Pannella ho sempre ammirato la caparbietà
e la perseveranza, non le idee. Concludo ricordando a voi lettori, che da
Orvietano non posso dimenticare la vicinanza di Pannella e dei Radicali con un
mio concittadino, Luca Coscioni.
U.G.
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