“PUTIN – Vita di uno Zar” di Gennaro Sangiuliano

È stato un regalo natalizio, ma ammetto di aver frenato la curiosità per impegni universitari. La certezza che fosse un bel libro l’avevo soltanto leggendo il nome dell’autore, Gennaro Sangiuliano, conosciuto la prima volta in occasione della pubblicazione di “Un Repubblica senza Patria” (di Vittorio Feltri & Gennaro Sangiuliano “Mondadori”). Il nome dell’autore è conosciuto da molti per la sua militanza nel Fronte della Gioventù di Napoli e soprattutto per essere attualmente il vice-direttore del TG1.
Il libro è un capolavoro, non solo per i contenuti e per l’impaginazione, ma a rapire lo sguardo è sicuramente una copertina anomala e capace di catturare l’attenzione di un lettore alla ricerca di un bel testo. Ero a Viale Ippocrate, nel pieno della zona universitaria di Roma, quando cercando un testo universitario un ragazzo davanti a me chiese un libro che distolse la mia attenzione dai manuali d’ingegneria. Il giovane studente aveva chiesto la disponibilità di “PUTIN – Vita di uno Zar”, il libro che nei mesi successivi mi portò ad essere un attento lettore.
Nel testo Sangiuliano riesce con dovizia di particolari a descrivere la difficile e straordinaria vita del Premier russo, Vladimir Putin. La narrazione inizia dalla condizione di povertà e miseria in cui nasce Vladimir, o anche chiamato dagli amici e conoscenti Volodja. Fin da giovanissimo emerge un carattere forte e deciso che lo porta a raggiungere ottimi risultati scolastici fino a che, grazie alle sue capacità, Volodja riuscì ad accedere alla prestigiosa Facoltà di Legge di San Pietroburgo. Tutto il racconto di Sangiuliano rappresenta  uno spaccato della Russia ancora chiusa dalle catene dell’Unione Sovietica. Il regime attento notò probabilmente la predisposizione e l’interesse di Putin verso i servizi segreti per questo sembrò già scritta la futura carriera di Putin nel KGB, servizio segreto dell’URSS. Sangiuliano affronta anche la fase di luci e d’ombre che riguarda l’ex ufficiale del KGB, concentrandosi sul soggiorno nella Germania Est e sulla fase di transizione che portò nel periodo post-Gorbaciov alla disgregazione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Putin viene giustamente descritto come “l’uomo giusto al momento giusto”, capace di essere l’uomo di punta nella fase successiva all’era Eltsin, di riabilitare la coalizione in pochi mesi, sostituendo il vecchio leader, fino all’inaspettata vittoria elettorale. Lo scrittore nella seconda parte affronta i problemi del “Putin Premier”, sicuro e umano, deciso e brutale. Sangiuliano si concentra sulla problematica politica della Cecenia, della politica interna, sulla contrapposizione con gli oligarchi, sulla profonda ricostruzione dello spirito del popolo russo e sul miglioramento della condizione di vita grazie alla modernizzazione delle strutture e alla liberalizzazione, affiancata da una innovazione dello stato e delle sue strutture.
Ho detto fin troppo di questo capolavoro, vi invito a comprarlo per una lettura interessata e obiettiva della vita di uno dei protagonisti dello scacchiere mondiale, complimentandomi ancora una volta con l’autore.


Umberto Garbini

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