Si definisce epitome quella parola o espressione in grado di condensare in sé il senso di un intero scritto. In pratica è una sorta di sinossi ulteriormente liofilizzata del testo. Ebbene, per quanto riguarda l'ultima fatica editoriale di Lorenzo Castellani - Il Potere Vuoto - la chiave semantica in questione credo possa essere: "cambiamenti politici". Del resto se il mutare è un infinito cronicizzato nella storia umana - Eraclito docet - questo è altrettanto veritiero per la politica che dell'uomo in fondo è un pregevole costrutto. Ergo, la scienza della politica, e delle sue molteplici articolazioni istituzionali, non deve essere analizzata come fosse un unico fotogramma ma posta alla stregua di una pellicola dinamica costituita dal sedimentarsi di prassi variegate e dalle consuetudini sociali soggette e repentini cambi di direzione comportamentale. È ovvio e naturale che in un tale quadro le istituzioni nazionali, tra cui la stessa realtà statuale, devono modificare i propri connotati per poter svolgere ancora un ruolo importante nello scenario attuale. Potremmo pure definire il tutto come una specie darwinismo istituzionale, seppur temperato. La "moderazione" in questione è data dal fatto che noi occidentali - in quanto residenti fisicamente e concettualmente in una ben definita area geopolitica - non abbiamo alcuna intenzione (giustamente) di abbandonare certi ancoraggi democratici che saranno pure scontati ma rimangono il nostro abc del buon vivere comunitario.
di Luca Proietti Scorsoni
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