È il momento propizio per una forza nazionale, popolare, alternativa alla sinistra e alla mistica grillina del NO, una forza seria, in grado di rappresentare il disagio degli italiani schiacciati dall'alto dall'Europa padronale e dal basso dagli sbarchi massicci di migranti. E invece il centro-destra balbetta, si spappola. Da una parte c’è Parisi che delinea un centro-destra senza Forza Italia, senza la destra e senza la Lega. Una forza così non sarebbe alternativa al centro-sinistra ma sarebbe solo un'altra stampella del Partito Renziano. Sarà magari quella la mission che gli ha affidato Berlusca, il Fu Mattia Pascale.
Ma un centro-destra che chiude al populismo, cioè all'unica ondata di consensi che cresce ovunque, sarebbe destinato a perdere. Parisi è un buon amministratore delegato, come lo definì il Cavaliere, ma non è un leader né un fondatore. Dall’altra parte Salvini non sfonda da Roma in giù, è un po’grossolano e Noi con Salvini è solo il nome di una ristretta comitiva. Fratelli d’Italia, in attesa del nuovo fratellino, è chiuso per gravidanza. Perfino la festa annuale di Atreju che si faceva in settembre a Roma, quest’anno non si fa perché il Parto prevale sul Partito. Un partito ridotto solo al suo leader e alle sue doglie, anche se i sondaggi lo danno in crescita.
Un centro-destra così è la sponda ideale per Renzi e Grillo. Poteva essere il Terzo Incomodo, quello che gode tra due litiganti. E invece è il Terzino Comodissimo, che sparisce tra i due litiganti. Quanto ancora questa Italia larga e profonda non sarà rappresentata? Mi sa che la spinta decisiva per far nascere qualcosa a destra non verrà dalla politica...
Marcello Veneziani, da Il Tempo
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